Telecom, 1.200 dipendenti rischiano tagli allo stipendio

L’azienda propone al Governo di ritirare il piano di tremila esuberi in cambio di un anno di contratti di solidarietà: i lavoratori perderebbero 150 euro al mese
MESTRE 09/11/01 via Carducci palazzo Telecom (C) Bertolin M. richiesto da Fornasier
MESTRE 09/11/01 via Carducci palazzo Telecom (C) Bertolin M. richiesto da Fornasier

La decisione della Telecom di individuare 3.000 esuberi su 45.000 dipendenti e di poterli evitare, a condizione che il Governo Renzi conceda al colosso telefonico i contratti di solidarietà per un anno, coinvolge anche i 2.800 lavoratori occupati nel Veneto, dei quali 1200 a Mestre (sedi di via Torino, via Carducci, Piazzale Donatori di Sangue, Piazza Giustiniani e via Esiodo) e 800 a Padova.

Appena venuti a conoscenza dell'esito dell'incontro, che i sindacati di categoria nazionali, Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil ed Ugl hanno avuto mercoledì al Ministero dello Sviluppo Economico con il ministro Federica Guidi, la Cgil ha deciso di non presentarsi al prossimo incontro tra le parti, previsto il 4 agosto. «Chissà perché sino alla vigilia del 29 luglio gli esuberi erano 1.700 mentre durante l'ultimo incontro al Mise sono diventati, all'improvviso 3.000», spiega Marianna Cestaro, della Slc Cgil. «Per noi tale numero è inventato di sana pianta ed ha la sola finalità di ottenere, sia da noi sindacati di categoria e sia dal Governo, la possibilità di approvare i contratti di solidarietà per un altro anno, scaricando sulla collettività e sui lavoratori responsabilità che vanno fatte ricadere esclusivamente sui manager e sui dirigenti dell'azienda, che non hanno saputo rispondere, in modo adeguato, alle sfide del mercato. In pratica, se passa questo progetto, anche i 2.800 lavoratori veneti della Telecom, tra cui 100 anche a Treviso e 40 a Belluno, per un anno intero di contratti di solidarietà dovranno guadagnare meno soldi (un po’ meno di 150 euro al mese, ndr)».

E sempre la sindacalista Cestaro, in un apposito comunicato diffuso dalla Cgil ieri pomeriggio, approfondisce i motivi del dissenso da parte della Slc: «Non dimentichiamo che anche i 2.800 dipendenti veneti hanno già dato. Hanno dovuto sopportare tre anni di contratti di solidarietà e non vedono davanti certo un futuro roseo dopo che il Governo, per lo sviluppo della banda larga, si è affidato all'Enel e non più a Telecom. In tutta questa vicenda, poi, noi della Cgil non possiamo non notare un totale appiattimento del Governo sulle richieste ad arte, effettuate dagli amministratori e dai dirigenti per contenere le spese globali anche a scapito della qualità del servizio».

Per divulgare la presa di posizione della Slc nazionale nei prossimi giorni la Cgil terrà una serie di assemblee in orario di lavoro anche in tutte le sedi Telecom del Veneto.

Felice Paduano

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