Tecnoyacht in crisi rischio di chiusura

MIRA. L’odissea della Navalmeccanica di Gambarare ha portato i lavoratori nel giro di 4 anni da 55 a 5 e il rischio di chiusura completa è imminente. A spiegarlo sono gli stessi operai, gli ultimi...

MIRA. L’odissea della Navalmeccanica di Gambarare ha portato i lavoratori nel giro di 4 anni da 55 a 5 e il rischio di chiusura completa è imminente.

A spiegarlo sono gli stessi operai, gli ultimi rimasti dopo che nei mesi scorsi anche la Tecnoyacht l’azienda che ha preso in affitto un ramo d’azienda di Navalmeccanica ha rinunciato a continuare l’attività riconsegnando di fatto le chiavi i mano al Tribunale di Venezia che gestisce la procedura concorsuale per la liquidazione dell’attività. Navalmeccanica era una azienda che lavorava nel settore dei cantieri navali in via Maestri del Lavoro a Gambarare da circa 30 anni e fino a quel momento non aveva mai conosciuto problemi. Aveva alle sue dipendenze 55 fra impiegati ed operai. Era un cantiere navale altamente qualificato, in grado di realizzare piccole e medie imbarcazioni in acciaio e lega di alluminio 5083.

«La situazione», spiegano gli operai, «è andata di male in peggio. Con l’accordo del 2012 con la Tecnoyacht, una azienda del trevigiano aveva di fatto assunto 17 dei 34 dipendenti che erano rimasti dopo il primo anno di crisi della Navalmeccanica, gestista dall’allora patron Nevio Ferretto. Con il tempo cioè dopo 2 anni le cose hanno cominciato ad andare male anche per questa azienda tanto che ha tagliato ancora personale. Dopo la riconsegna dell’affitto del ramo d’azienda la situazione è diventata disperata ».

Fiom Cgil e e Fim Cisl nel 2012 non firmarono l’accordo con la proprietà perché ritenuto capestro, accordo che venne firmato però dalle Rsu, cioè dai lavoratori, con la paura preminente di perdere il posto di lavoro in caso di mancata sottoscrizione. «Tante persone in questi mesi», spiegano gli ultimi lavoratori rimasti, «se ne sono andati di loro volontà cercando altri posti di lavoro. In azienda siamo rimasti in pochi e ci occupiamo di fare manutenzione all’azienda. Abbiamo un’ultima speranza sulla quale crediamo. Si è fatta avanti infatti una cordata capeggiata da un imprenditore locale. Sembra intenzionato a concludere l’acquisizione dell’azienda. Se così fosse, per noi che abbiamo un’età di oltre 50 anni sarebbe un’ancora di salvezza visto che a questa età ricollocarci nel mondo del lavoro è di fatto impossibile. Chiediamo aiuto anche alle istituzioni locali».(a.ab.)

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