Tecnoyacht, 12 in mobilità Niente stipendi alla Neon
MIRA. Assunzioni in vista (anche se bisognerà attendere il prossimo anno) alla Reckitt Benckiser e alla Marchi Marano. Ma se nel comparto chimico sembra aprirsi uno spiraglio, resta il buio fitto nel settore metalmeccanico. Alla ex Navalmeccanica (ora Tecnoyacht) di Gambarare, è stato siglato in Provincia due giorni fa l’accordo che stabilisce la messa in mobilità di 12 dipendenti che non sono entrati nella nuova società.
Come spiega Giuseppe Minto, segretario di zona della Fiom Cgil alla Tecnoyacht «avevano promesso di assumere tutti gli operai dopo aver rilevato l’ex Navalmeccanica. Avevano assunto solo 17 operai su 34. Alla fine sono riusciti ad assorbirne altri 5 ma 12 sono rimasti in strada. Per loro da maggio scatterà la mobilità e cioè il licenziamento. Per questo ci eravamo rifiutati tre anni fa di firmare un accordo capestro di assunzione di appena metà del personale».
Problemi infine permangono anche alla Neon Impianti di Arino (25 dipendenti): molti operai aspettano da mesi diversi stipendi arretrati. «C’è chi è costretto a chiedere aiuto ai propri genitori anziani» denuncia Minto «perché l’azienda non li paga da mesi, ma li fa lavorare».
Prospettive più rosee alla Reckitt e alla Marchi Marano. «Le prospettive alla Reckitt – Benckiser» spiega Riccardo Colletti segretario generale della Filctem Cgil «sono davvero positive. Ora ci sono 198 dipendenti, e di questi 60 sono del Centro ricerche internazionali a Mira. L’azienda ha terminato il suo piano di esuberi che ha portato a lasciare l’azienda con uscite incentivate 78 persone. Le produzioni di polveri stanno per essere gradualmente dismesse e la direzione punta a portare a Mira le produzioni di liquidi di punta, e sta pensando ad aprire anche una linea di prodotti di cosmesi da banco come le creme per le mani». Tutto questo per Coletti, vista la ripresa all’orizzonte si tradurrà in nuove assunzioni già il prossimo anno.
«Pensiamo che se tutto fila liscio» dice Colletti «ci saranno una ventina di nuovi assunti nel 2015 alla Reckitt e anche una decina di nuovi assunti alla Marchi Marano che produce acido solforico e acido per batterie e ha una novantina di dipendenti nel sito della frazione mirese».
La Marchi recentemente ha anche presentato un piano si sicurezza alla popolazione in previsione di una possibile espansione industriale. «Alla Marchi Marano» fa sapere Colletti «si producono sempre più anche dei “lab” cioè materiali di cui si serve la Reckitt nella realizzazione dei detergenti».
Alessandro Abbadir
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