Tecnico dell'acqua annega in una canaletta

Flavio Santoro, di Spinea,  si china per recuperare una borsa caduta, scivola e affoga. Lascia la moglie Roberta e una figlia di 12 anni

ISTRANA. È morto annegato dopo essere finito dentro al sifone di una canaletta d’irrigazione. Una morte orribile quella che la sorte ha riservato ieri mattina a Flavio Santoro, 55 anni, che risiedeva a Spinea fino a poco tempo fa, ma negli ultimi anni residente con moglie e figlia a Dosson di Casier.

L’uomo, un libero professionista che per Csa di Conegliano, legge i contatori dell’acqua, aveva perso lo zaino con gli strumenti di lavoro dentro ad una canaletta del Consorzio Piave in via Fratelli Bandiera ad Istrana ed, imprudentemente, vi entra entrato a piedi scalzi nel tentativo di recuperarlo. La forte corrente della canaletta gli ha fatto perdere l’equilibrio e lo ha trascinato verso il sifone, dal quale è stato “ingoiato” e non è più riemerso. Lascia la moglie Roberta e una figlia di 12 anni.

Santoro, un passato di broker assicurativo all’agenzia Axa in piazza Garibaldi a Dolo, da qualche tempo aveva aperto una partita Iva e per conto di una ditta effettuava la lettura dei contatori dell’acqua. Ieri mattina era arrivato di buon’ora ad Istrana per effettuare alcune letture nella zona dove è in costruzione il sottopasso di via Filzi.

Poco dopo le 10.30 Santoro suona ad un appartamento di un condominio di via Fratelli Bandiera. Spiega ad un’inquilina cosa deve fare e, una volta che gli viene aperto il cancello condominiale, si dirige verso il pozzetto, nel giardino, dove si trova il contatore dell’acqua.

A lettura rilevata, Santoro cerca di prendere lo zaino che aveva appoggiato sopra un muretto che delimita il giardino del condominio da una canaletta d’acqua per irrigare i campi del consorzio Piave. Ma lo zaino, che contiene i suoi strumenti di lavoro e le chiavi della sua auto, cade all’interno della canaletta. La corrente è piuttosto forte e trascina lo zaino verso il sifone, a forma circolare, dove l’acqua confluisce a vortice, per passare dall’altra parte della strada.

Santoro va a chiedere ad un cittadino del posto, che sta parlando in quel momento con gli operai che lavorano al vicino sottopasso di via Filzi, dove finisce l’acqua del canale perché vuole andare a recuperare lo zaino.

L’uomo gli risponde che il canale, tramite il sifone, porta l'acqua sul lato opposto della strada. A quel punto Santoro si allontana e torna verso il muretto dove è scivolato lo zaino. Prima si toglie scarpe e ginocchiere e poi sale sul muretto. Non si sanno le sue vere intenzioni. Se voglia entrare nella canaletta o altro.

Fatto sta che all’improvviso, Santoro finisce in acqua e la corrente della canaletta, profonda soltanto 30 centimetri, lo trascina verso il sifone. È qui che si consuma la tragedia. Gli operai del cantiere sentono Santoro gridare “aiuto” ma quando arrivano sul posto è ormai troppo tardi. In pochi secondi Santoro viene risucchiato dal sifone, profondo 4 metri. Il rilevatore di contatori cerca in qualche appiglio ma ingoia acqua e sparisce nel fondo del sifone.

Qualcuno, nel frattempo, chiama il 118. Sul posto viene inviato l’elicottero del Suem. Gli operai nel frattempo, riescono con un rastrello a estrarre il corpo ormai privo di vita di Santoro. Tentano disperatamente di praticargli la respirazione bocca a bocca in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Ma tutto risulta vano. Anche i sanitari del 118, nel frattempo, arrivati sul posto, tentano il tutto per tutto ma ogni tentativo di strapparlo alla morte è inutile.

Sul posto arrivano anche i carabinieri della stazione di Istrana che avviano le indagini, sentono le testimonianze e ricostruiscono nei dettagli la dinamica della tragedia. Il tutto verrà trasmesso con un verbale alla Procura di Treviso che farà le indagini di rito.

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