Teatro e chiesetta, ora serve il restauro
LIDO. Fra i 33 immobili degradati dell’ex Ospedale al Mare si trovano due edifici pregevoli liberty: il teatro Marinoni e la chiesetta di Santa Maria Nascente. Nel 1999 il soprintendente Roberto Cecchi ne sancì “l’interesse particolarmente importante” ai sensi della legge 1089 del 1939 che tutela il patrimonio storico artistico italiano. Nella grande città della cura che si sviluppò lungo la spiaggia fra il 1921 e il 1933 su progetto di Antonio Spandri, nel 1923 gli amici del giurista Mario Marinoni (1885- 1922) scomparso prematuramente, per ricordarlo eressero un ricreatorio destinato ad alleviare le lungodegenze interminabili dei bambini affetti da scrofola, cioè dalla tubercolosi ossea e ghiandolare che nell’Ospizio Marino si curavano con il sole, il clima e il mare.
Il ricreatorio, che si sviluppava su un unico piano con ampie vetrate sulla spiaggia, nel 1928 venne sopraelevato a spese del Patronato Orfani di Guerra della provincia di Venezia che utilizzò i due piani superiori, mentre al piano terreno si ricavò un teatro di 265 metri quadrati con 6 metri di altezza. Per la decorazione si fece appello alla generosità degli artisti veneziani. Giuseppe Cherubini dipinse sul soffitto un gran tondo in cui cielo e mare fanno da sfondo alla Beneficienza raffigurata come una opulenta divinità che affida a Nettuno, ritratto fra i flutti illuminati dal sole, una torma di bambini vocianti, vivaci e freneticamente dediti a giocare con animali marini e con i gioielli presi da un forziere, metafora delle gioie della salute.
L’opera, che ripropone temi pagani cari al liberty europeo delle città termali, eseguita con maestria scenica, sprizza una irrefrenabile gioia di vivere: i putti, birichini, aggrediscono e assediano Poseidone, giocano con la sua barba e i suoi capelli. Il dio sorride impugnando il tridente contesogli dalle piccole sfrenate creature e scambia uno sguardo d’intesa con la benevola dea della generosità che li sorveglia compiaciuta. La scena, di indiscutibile presa emotiva, è di grande effetto e corona un delizioso teatro curato in tutti i particolari. Le ringhiere, le lampade e i lampadari in ferro, vennero donati da Umberto Bellotto.
La vetreria dei fratelli Toso offrì i vetri, la ditta Checchin eseguì il grande leone in vetri policromi che troneggia ancora sul palcoscenico, ma che si sta disgregando come la loggia, le colonne e gli archi decorati con motivi floreali e con maschere della commedia dell’arte. Le felici scelte artistiche e le rappresentazioni teatrali si coniugarono con l’innovazione tecnologia: il teatro nel 1929 fu dotato di una stazione radiofonica che diffondeva musica, trasmissioni e lezioni scolastiche a tutti i reparti. Fino ad oggi l’edificio è stato presidiato e difeso dall’aggressione di vandali e malavitosi da una associazione di giovani architetti, ma il suo futuro è incerto nel degrado generale in cui versa l’intero ospedale, eppure, data la sua collocazione periferica sul limitare della spiaggia, la sua tutela e il suo restauro potrebbero realizzarsi senza attendere il recupero dell'intero complesso.
Anche la chiesetta neogotica di Santa Maria Nascente edificata nel 1932 e decorata da Giuseppe Cherubini sarebbe facilmente accessibile dall'attuale area dell’Ulls 12, se non si fosse scavata intorno una trincea profonda quasi due metri che ne mina la statica e impedisce le celebrazioni e l’accesso ai fedeli. Questo scrigno del liberty e l’attigua casa delle suore narrano sui loro muri la storia dell’Ospizio Marino attraverso le lapidi dei medici fondatori Giuseppe Barellai e Moisè Raffaello Levi e dei visitatori come Giovanni XXIII e il cardinale La Fontaine.
Teatro e chiesa furono conservati e usati dall’Ospizio Marino Veneto che non sparì come tutti gli altri Ospizi Marini italiani ed europei perché seppe trasformarsi: nel 1933 divenne Ospedale al Mare e nel 1939 fu riconosciuto Ospedale specializzato di prima categoria. Poi passò alla Ulls veneziana e quando nel 2006 si decise di venderlo al Comune e poi a Est Capital, il suo degrado divenne inarrestabile. Oggi è di proprietà di Cassa depositi e prestiti che sta cercando un acquirente. Qualsiasi futuro utilizzo dell’area non può prescindere dalla conservazione e dal restauro di questi due edifici che però senza la necessaria tutela e salvaguardia rischiano di andare perduti.
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