Taxi “truccati”, scattano i sequestri

Sigilli a una trentina di motoscafi, avevano un motore con una potenza doppia rispetto al consentito
Di Roberta De Rossi

Dicevano di avere una Cinquecento, ma invece guidavano una Ferrari, ovvero: hanno dichiarato in atti pubblici che le loro imbarcazioni montavano motori di potenza inferiore ai 74 Kw - limite necessario per ottenere la licenza da taxista - ma in realtà non li depotenziavano e continuavano a girare con motori di potenza più del doppio superiore, oltre i 184 Kw, che permetteva loro di correre per la laguna e i canali della città a velocità ben più elevate di quelle previste.

Quel che tutti vedevano da sempre, la Capitaneria di porto lo ha ora dimostrato, fermando le barche e controllando i motori. Così - su indicazione della pubblico ministero Francesca Crupi - sono scattati i sequestri amministrativi per una trentina di imbarcazioni, con la Procura che ha ipotizzato un doppio reato penale: falso ideologico relativo alla potenza dei motori (imputabile al titolare della licenza, che per ottenerla abbia dichiarato il falso) e uso di atto falso (da parte del conducente del mezzo controllato, si tratti del proprietario o di un sostituto).

Una nuova bufera giudiziaria si abbatte, così, sui motoscafisti veneziani, dopo l’indagine degli stessi guardiacoste e dei vigili urbani (coordinata dalla pm Masiello) che ha trasformato in un’indagine penale, la pessima abitudine di alcuni (troppi) motoscafisti di dare vita a “gimcane” sulle onde di scia delle altre barche, semplicemente per divertire i turisti a bordo. Dodici tassisti sono stati denunciati per l'ipotesi di attentato alla sicurezza dei trasporti, ma la cattiva abitudine non è ancora scomparsa. Ora questa nuova indagine, nata proprio come “costola” dell’altra: troppo veloci e sicuri i mezzi che “saltavano” sulle onde pur se pieni di passeggeri. Così i guardiacoste hanno iniziato a controllare i motori e verificato che la centralina elettronica non era stata tarata per depotenziarli e scattati i sequestri amministrativi. Un’ordinanza del Comune del 2003 - emessa proprio per limitare i danni provocati dal moto ondoso - prevede che «le unità adibite al servizio di trasporto pubblico non di linea – taxi e/o noleggio con conducente, di stazza lorda non superiore a 5 tonnellate e portata non superiore a 20 persone, devono essere dotate di motori la cui potenza effettiva massima complessiva rispetti i seguenti limiti: a) 74 KW, in caso di dislocamento a pieno carico dell’unità non superiore a 4 tonnellate; b) 74 KW più 6 KW per ogni quintale o frazione eccedente le 4 tonnellate di dislocamento a pieno carico dell’unità, con il limite massimo di 110 KW». Era prevista una moratoria di 3 anni: «È consentito l’utilizzo del motore detarato per un periodo non superiore a tre anni. Decorso tale termine ed entro la prima visita di rinnovo del certificato di navigabilità, tutti motori imbarcati sulle unità in servizio pubblico non di linea – Taxi e/o noleggio con conducente, ancorché detarati, dovranno essere sostituiti con motori conformi ai limiti». Ora l’indagine dovrà identificare gli autori dei falsi e di chi li utilizzava. «Attenderemo l’esito, non credo che si possa intervenire con il ritiro della licenza in questa fase», commenta l’assessore alla Mobilità, Ugo Bergamo, «è evidente che le regole ci sono per essere rispettate».

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