Tavolo di design contraffatto, il caso approda in Parlamento

La deputata Rubinato (Pd) ha presentato un'interrogazione al Ministro per lo sviluppo economico sul caso della Miniforms di Meolo e sulla necessità di una maggior tutela del "made in Italy"
"Passion", il tavolo di Miniforms al centro della questione
"Passion", il tavolo di Miniforms al centro della questione

MEOLO. Il caso della Miniforms di Meolo, azienda produttrice di mobili e complementi di arredo che si avvale del design dei migliori talenti italiani, finisce in Parlamento. Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd, ha depositato un’interrogazione al Ministro per lo sviluppo economico con la quale chiede quali iniziative intenda intraprendere per promuovere la tutela dei modelli di design ‘made in Italy’ registrati a livello comunitario.

L’interrogazione prende spunto dalle vicende giudiziarie scaturite dopo che l’azienda veneziana ha promosso due procedimenti cautelari contro due concorrenti, accusati di aver contraffatto un tavolo d’arredo di successo (“Passion”) il cui modello era stato registrato da Miniforms all’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno (UAMI), a cui, tra l’altro, vengono pagate le tasse di mantenimento dell’esclusiva. Ebbene l’azienda, dopo essersi trovata con due valutazioni opposte da parte dei due tribunali interni (Venezia pro, Trieste contro), ha fatto istanza, sulla base del Regolamento Europeo 6/2002, affinché la decisione sulla validità della registrazione del modello sia demandata all’UAMI in quanto organo che l’ha concessa a livello comunitario. Ma, pur essendo stata accolta l’istanza dal Tribunale di Venezia con ordinanza dell’ottobre del 2012, a oggi l’Ufficio comunitario non vi ha ancora dato seguito.

“Il comportamento dell’UAMI, che dovrebbe svolgere un ruolo attivo e responsabile nella tutela dei modelli registrati", spiega l’onorevole Rubinato, "compromette la tutela dei prodotti made in Italy in un settore rilevante come quello dell’arredo, già fortemente colpito dalla crisi, e mina la credibilità del sistema comunitario in tema di concessione di registrazione di design. Tutto questo nei confronti di un Paese come l’Italia le cui imprese hanno dimostrato sino ad ora di credervi, visto che sono ben 9.000 i modelli depositati ogni anno, essendo in questo secondi soltanto alla Germania”.

La deputata chiede dunque al Governo di attivarsi a livello nazionale ed europeo per ottenere dall’UAMI un’adeguata tutela delle aziende italiane titolari dei diritti di modelli di design ivi depositati.

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