Tavolino in corte per l’afa, multa di 67 euro
VENEZIA. Lo scorso 19 agosto tre amici hanno bevuto un prosecco in Campiello Balastro. Erano le 22.30, il caldo era insopportabile e non si riusciva a dormire. Uno di loro, abitando al piano terra, ha tirato fuori un tavolino e qualche sedia per scambiare due chiacchiere con i vicini che aveva incontrato per caso pochi minuti prima. Quell’incontro casuale tra amici è costato a uno di loro una multa da 66 euro e 80 centesimi.
Ieri mattina, dopo due mesi, Paolo Roggero dello studio Small Caps di Dorsoduro, si è infatti ritrovato nella posta una multa della polizia municipale con l’accusa di aver violato il suolo pubblico (art.5 del Regolamento polizia urbana).
«Pagherò la multa, ma mi domando perché ci siano due pesi e due misure» ha detto il veneziano di 46 anni, conosciuto per la sua partecipazione attiva per la tutela della città. «Sono rimasto senza parole. Non posso sentirmi ospite a casa mia quando, per esempio, ogni volta che chiamo i vigili per segnalare i figuranti abusivi o i turisti che apparecchiano la tavola e mangiano per terra, mi sento dire che non può arrivare nessuno e che devo andare io di persona a sporgere denuncia. Mi sembra davvero ingiusto».
Roggero racconta che quella sera di caldo infernale stava facendo due passi, quando decide di dare un saluto all’amico Andrea, 55 anni, che abita nel Campiello. Lo trova in casa e i due prendono un tavolino piccolo, lo mettono fuori dalla porta e si bevono un bicchiere di prosecco. A quel punto passa Roberto, un vicino di casa di 70 anni, che si ferma a scambiare due parole.
«A un certo punto arrivano cinque o sei vigili che ci chiedono dove sia la tavolata, spiegandoci che arrivavano da Mestre» racconta Roggero. «Noi non pensavamo si riferissero a noi e abbiamo risposto che non sapevamo. Loro proseguono, ci salutano, ma dopo un po’ ritornano e ci dicono che avevano avuto la segnalazione che stavamo disturbando. Ci hanno chiesto i documenti, i due che erano con me non glieli hanno voluti dare e io ho detto che mi chiamavo Paolo Roggero e che abitavo a un minuto ed ero uscito senza documenti».
A quel punto i vigili se ne vanno e la questione sembra chiusa, almeno fino a ieri quando la sanzione è pervenuta a Roggero, l’unico che aveva detto il suo nome. «Non ho mostrato i documenti, quindi forse hanno verificato che abito qui vicino», spiega Roggero. «Al di là della multa, com’è possibile che il 19 agosto cinque vigili arrivino da Mestre per multare tre amici che si bevono un prosecco fuori casa, in un campiello lontano dal via vai delle persone, quando ogni giorno in questa città ci sono infrazioni, dal moto ondoso a chi mangia sugli scalini dei ponti, che passano inosservate?». —
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