«Tav, va fermato a Roma l’iter del tracciato basso»
«Ora che finalmente anche Zaia e la giunta regionale sembrano aver definitivamente cassato il progetto litoraneo della Tav, il ministero deve prendere in esame l’alternativa costituita dalla proposta di potenziamento e adeguamento della linea ferroviaria esistente».
È quanto sostengono i deputati veneti del Partito Democratico, che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Maurizio Lupi. Al titolare del dicastero delle Infrastrutture, i deputati democratici chiedono un intervento urgente per interrompere la procedure di Valutazione d’impatto ambientale sul tracciato litoraneo tuttora in corso al ministero dell’Ambiente. Oppure, in subordine, che il ministro si assicuri che in commissione si svolga un’effettiva comparazione dei diversi tracciati ipotizzati.
L’interrogazione parlamentare ha come prima firmataria l’onorevole Simonetta Rubinato, ma è stata sottoscritta anche dai deputati veneziani Michele Mognato, Andrea Martella, Delia Murer, Davide Zoggia e Sara Moretto. Alla sua stesura hanno contribuito, fornendo la loro consulenza tecnica, i volontari dell’associazione Ferrovie a Nordest.
«Il tracciato litoraneo ha trovato l’opposizione pressocché unanime di sindaci, associazioni e cittadini, essendo estremamente costoso e impattante, tagliando tra l’altro in due una delle poche aree di campagna veneta ancora integre, la tenuta di Ca’ Tron», si legge nell’interrogazione, «ora che finalmente anche il governatore e la giunta regionale sembrano aver definitivamente cassato questo progetto (che da ultimo Zaia ha ammesso avere un impatto imbarazzante e per il quale non c'è alcun stanziamento), il ministero deve prendere in esame l'alternativa costituita dalla proposta di potenziamento e adeguamento della linea ferroviaria esistente, sottoutilizzata al 60 per cento, avanzata dal commissario straordinario Bortolo Mainardi. Soluzione sostenibile sul piano finanziario che consentirebbe di dare risposta ai bisogni dei pendolari, ragionando in termini di reali servizi».
Nell’interrogazione i deputati democratici, memori di quanto accaduto nel Veneto Orientale, chiedono al governo di varare una legge che introduca anche in Italia il modello di «democrazia partecipata» già attuato in altri Paesi europei. Quest’ultimo prevede che per le grandi opere, già nella fase precedente la progettazione, sia sviluppato un preventivo confronto con il territorio.
Giovanni Monforte
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