«Tav, la Regione decida quale tracciato vuole»
Prima la rassicurazione: la documentazione inviata da Italferr sulla Tav Venezia-Trieste riguarda solo la tratta Ronchi Sud-Trieste. Al momento, dunque, non ci sono passi in avanti sul progetto di tracciato litoraneo, duramente contestato dai sindaci del Veneto Orientale che hanno spinto per l’ipotesi del potenziamento e dell’affiancamento alla linea attuale. Per la tratta veneta si stanno attendendo gli atti ufficiali da parte di Regione e ministero delle Infrastrutture sull’indicazione di quale tracciato. E qui Comuni e comitati hanno di che preoccuparsi, perché, ammette il commissario straordinario Bortolo Mainardi, «se gli atti ufficiali non arriveranno entro qualche mese, secondo me continuerà l’iter istruttorio del vecchio progetto».
Mainardi ha fatto chiarezza sullo stato dell’arte della Tav Venezia-Trieste, dopo che la notizia rimbalzata da Monfalcone sulle nuove valutazioni chieste da Italferr aveva creato un generale allarmismo. «Il nuovo passaggio riguarda la tratta Ronchi Sud-Trieste che non è di mia competenza. Per quanto riguarda le tratte venete», ha spiegato Mainardi, «sto aspettando che la Regione e il ministero delle Infrastrutture dicano ufficialmente qual è il corridoio da seguire. Ovvero se rimane quello del progetto litoraneo o se vale l’idea dell’affiancamento-quadruplicamento. È da un anno che si sta discutendo. Per quanto riguarda la tratta Portogruaro-Ronchi Sud, sto aspettando a giorni un incontro con la governatrice del Friuli, Debora Serracchiani, per dare risposta a quei Comuni che hanno chiesto anche loro un’ipotesi alternativa al progetto del 2010».
Gli oppositori al tracciato litoraneo però non possono dormire sonni tranquilli. O si mette nero su bianco la scelta dei sindaci per il tracciato in affiancamento (gli studi di fattibilità sono stati eseguiti) oppure il percorso litoraneo rischia di andare avanti. «Il tracciato balneare è comunque in piedi, i progetti sono tuttora al ministero dell’Ambiente», ha confermato Mainardi, «se la politica non decide qual è il corridoio su cui continuare a lavorare, allora in autunno il ministero dell’Ambiente potrebbe andare avanti dando il parere sul progetto del 2010. Se invece si deciderà prima, allora si stopperà l’istruttoria ministeriale e si chiederà al proponente, Rete Ferroviaria Italiana, di tramutare gli studi di fattibilità in progetti preliminari che andrebbero a sostituire i progetti del 2010. Però non è una scelta che fanno i tecnici, è una decisione che deve prendere la politica».
I sindaci, come detto, sono a maggioranza per l’affiancamento e, prima di tutto, per il potenziamento della linea esistente. «I sindaci hanno detto qual è la loro ipotesi e io l’ho sostenuta. Ma ora abbiamo bisogno degli atti ufficiali dalla politica» ha concluso Mainardi.
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