Tav, ecco il tracciato a fianco dell'autostrada

Svelato il percorso vicino all'A4, messo a confronto con quello «basso» che tocca il litorale. I pro e contro alle due ipotesi in vista del vertice che mercoledì i sindaci avranno in Provincia
I due tracciati (clicca per ingrandire)
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SAN DONA'. Alta Velocità, ecco il possibile tracciato a fianco dell'autostrada. Com'era stato richiesto dall'assessore regionale Renato Chisso, lo studio d'impatto ambientale della Tav litoranea, realizzato da Italferr, comprende anche un'ipotesi di fattibilità di come potrebbe essere il tracciato della ferrovia, se si optasse per l'altra opzione in discussione: ovvero il percorso a fianco dell'autostrada A4.


In questa ipotesi, cartografia di Italferr alla mano, la Tav, uscita dall'aeroporto, toccherebbe sempre i Comuni di Marcon e Quarto d'Altino, ma più a sud dell'ipotesi litoranea. Quindi, passando per il territorio di Roncade, risalirebbe in affiancamento all'A4, per attraversare Meolo, Monastier, Fossalta di Piave, Noventa, San Donà nella zona di Grassaga, Cessalto, San Stino e Annone, così da arrivare a Portogruaro, dove a Lison anche il tracciato basso si affiancherebbe comunque all'A4. Nel complesso il tracciato alto è lungo 42 chilometri e 600 metri contro i 49,15 km del tracciato basso. Lo studio contiene anche un confronto tra i due tracciati, destinato a sollevare le polemiche. Otto i parametri messi a confronto: 5 risultano sfavorevoli per il tracciato litoraneo, 3 per quello alto. Ma il diverso «peso» attribuito nei punteggi assegnati ai parametri fa pendere la bilancia complessiva a favore dell'opzione litoranea, giudicata dallo studio preferibile anche se di poco.


In ogni caso, tanto basterà per suscitare le polemiche degli avversari del tracciato basso. Scendendo nel dettaglio, il percorso litoraneo risulta più impattante in quanto a sottrazione di suolo (essendo più lungo) e, in particolare, per il consumo del terreno agricolo: il 97,8% della linea attraverserebbe infatti aree coltivate contro l'85,7% del percorso alto. Il maggior impatto ambientale del tracciato litoraneo si avverte anche nel criterio che analizza le aree naturali attraversate: il 98,6% della linea nel percorso basso contro l'87,6% di quello alto. Infine, l'ipotesi litoranea risulta peggiore per la maggior lunghezza di tratti in attraversamento di corsi d'acqua e per la percorrenza leggermente più lunga.


Quanto al tracciato alto, risulta peggiore in termini di incidenza sulle aree vincolate a beni culturali e di impatto sul paesaggio: l'8% del suo percorso infatti si svilupperebbe attraversando aree protette contro il 6,8% del tracciato basso.

Entrambi i percorsi infine attraversano territori delicati sul piano idrogeologico, con un indicatore di vulnerabilità leggermente superiore nel tracciato alto. E' anche di questi criteri che i sindaci dovranno tenere conto nelle loro valutazioni, in vista dell'incontro che si terrà mercoledì in Provincia.

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