Tatuatori con il patentino più di 500 in dieci anni
La moda di tatuaggi e piercing dilaga tra i giovanissimi. Rischi in agguato I corsi vengono organizzati dall’Usl 3 Serenissima: ogni anno 30 agli esami finali
Tatuaggi e piercing vanno sempre più di moda tra i giovani, ma non tutti sanno che per poterli fare i professionisti di questo settore devono dotarsi di un patentino rilasciato dalle aziende sanitarie.
In questo senso la Usl Serenissima, e prima ancora la vecchia Asl 12 Veneziana, è uno dei punti di riferimento assoluto a livello regionale.
Negli ultimi dieci anni sono stati infatti oltre 500 i tatuatori che hanno seguito i corsi al Dipartimento prevenzione di Piazzale San Lorenzo Giustiniani a Mestre.
Corsi che riguardano le regole sanitarie da rispettare, e che si svolgono due volte l’anno.
Tatuarsi la pelle o farsi un piercing non è cosa di poco conto, e talvolta c’è chi sottovaluta i rischi. Non solo quelli relativi alle possibili infezioni, ma anche alle patologie trasmissibili qualora queste pratiche non venissero fatte come si deve e nel rispetto delle norme sanitarie.
L’indicazione della Regione è particolarmente rigida, ed è giusto che sia così, visto che nella maggior parte dei casi, al giorno d’oggi, piercing e tatuaggi se li fanno i giovanissimi, già alle scuole medie, con un vero boom una volta che sono alle superiori o diventano maggiorenni. Ma la moda prende piede anche tra gli adulti e tra uomini e donne c’è poca differenza.
A queste pratiche è associato un effettivo rischio sanitario se non vengono adottate le necessarie cautele e i necessari accorgimenti, sia sul fronte della pratica stessa, sia sul fronte dei locali in cui si interviene sulla pelle delle persone. «I tatuatori vanno debitamente formati e poi esaminati nella professionalità conseguita», afferma per il Dipartimento di Prevenzione il dottor Vittorio Selle.
«Proprio come fa l’Usl 3 con i suoi corsi di formazione e con i relativi esami conclusivi. Le nostre lezioni prevedono argomenti di igiene e prevenzione delle malattie infettive, dermatologia, medicina legale e rischi professionali, primo soccorso, principi di chimica e tossicologia. Si intende così sviluppare negli operatori le capacità e le competenze necessarie per gestire la loro attività di tatuaggio e piercing in maniera corretta e sicura».
Oltre ad ampie nozioni mediche legate all’attività sulla pelle, il corso fornisce tutte le istruzioni necessarie per la gestione corretta e senza rischi dei locali in cui si svolge l’attività.
«Poiché a ogni corso partecipano dai venticinque ai trenta iscritti», prosegue Vittorio Selle, «formiamo almeno una sessantina di persone ogni anno, anche se non tutti coloro che partecipano superano poi l’esame conclusivo. Tra le persone che seguono la formazione ci sono professionisti del settore, cioè titolari di attività di tatuaggio e piercing, operatori dei saloni di estetista, che necessitano del corso per la realizzazione dei tatuaggi semipermanenti, giovani usciti dalla scuola o dai corsi di formazione, che intendono intraprendere l’attività».
Sia il piercing che il tatuaggio possono costituire un rischio alla salute, quindi ed è bene rivolgersi a professionisti con il patentino. In primo luogo perché prevedono l’uso di strumenti taglienti e appuntiti, e poi perché queste pratiche provocano un varco nell’integrità della pelle, che è la prima barriera difensiva del corpo umano. Con il tatuaggio, inoltre, vengono introdotte sostanze nell’organismo mentre con il piercing le parti esposte della cute entrano in contatto con materiali diversi. Nel corso di queste attività, se non vengono rispettate le misure precauzionali, possono insorgere problemi sanitari. A volte semplici come l’infiammazione, ma altre volte più importanti come la malattia infettiva o la lesione cutanea cronica. È quindi fondamentale che il tatuatore e il piercer apprendano le modalità con cui si trasmettono le malattie e le metodiche per prevenirne l’insorgenza.
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