Tatuaggi, raduno mondiale fino a domenica

Sergio è venuto da Barcellona a Venezia, per farsi tatuare dal suo idolo, Samuel Sancho, uno dei più quotati artisti del settore che spopola sul web, numero uno del “realismo fotografico”. «La lista d'attesa è di due anni nel mio studio», racconta Sancho, un giovane sorridente di 36 anni che non parla inglese, solo spagnolo, «allora a qualche cliente consiglio per abbreviare i tempi, di seguirmi alle convention. La settimana scorsa ero in Olanda, e ho fatto un tatuaggio a un cliente di Girona».

Sergio ieri era seduto comodo mentre Sancho tatuava sul suo petto l'immagine della figlia di cinque anni. I suoi tatuaggi costano due-tre mila euro, alle fiere il prezzo sale un pochino perché c'è il viaggio. Quasi in ombra, dietro una modella, un altro fuoriclasse italiano presente in questi giorni alla “Venezia International Tattoo Convention”, che si è aperta ieri all'hotel Russott di via Orlanda, Marco Manzo, considerato uno dei dieci tatuatori più quotati sul mercato: le sue creazioni sfilano in passerella alle serate di moda e sono entrate proprio grazie a lui anche nei musei. Un suo tatuaggio può costare anche duemila euro, ma se chi se lo fa fare accetta di mostrarlo alle convention, se ne paga solo una parte.

Melinda, una donna tatuata da Manzo, ad esempio, sfoggia sulla schiena un motivo particolare, frutto di un lavoro certosino. «Anni fa», racconta il tatuatore, «ho capito che si deve lavorare accontentando il cliente e se stessi, se la richiesta mi soddisfa lo faccio, altrimenti rinuncio». In sostanza può permettersi di tatuare chi vuole e se domanda e offerta coincidono. Non produce in scala, le sue creazioni sono selezionate. Distingue tra i pezzi unici, i collezionisti, come parlasse di quadri. Per alcuni lavori, servono anche 60 ore. Il suo stile è definito “ornamentale”: «Ho portato il pizzo nel mondo del tatuaggio e dell'alta moda». I suoi lavori sono come abiti cuciti. La moglie, Francesca Boni disegna, lui tatua. «Mi piace definire la nostra», spiega, «un'opera romantica».
La prima giornata del meeting (che si chiuderà domenica) dei tatuatori da tutto il mondo, è stata gettonatissima. Le sale del Russott, si sono trasformate in grandi laboratori con decine di lettini dove giovani e meno, appassionati del linguaggio del corpo, se ne stanno sdraiati supini, chi a pancia in giù, chi col sedere all'aria, in posizioni atletiche e impensate, per farsi tatuare dai loro idoli.
Tatuaggi tra i più belli e originali vengono sfoggiati da corpi più e meno svestiti, l'importante non è il fisico, ma il tatuaggio e la sua arte. Alla convention si parla straniero, è un universo che circola e si nutre del web: le fiere vengono promosse in rete, qui si scopre chi parteciperà, qui si contattano gli studi, si prenotano i tatuaggi, i soggetti, per poi dare sfogo alla creatività e concentrarla in quattro giorni da vivere d'un fiato.
Vania è venuta da Milano per farsi tatuare un corpo di donna con una medusa che le corre lungo la gamba dallo studio “Malafede”, soffre un po', ma la soddisfazione per il risultato è maggiore. Giuseppe Buonocuore, napoletano, si sta facendo tatuare su una gamba un pirata da Tonny Ciavarro, artista americano originario del Massachusetts. «Ho prenotato una settimana fa», racconta, «spendo circa 500 euro. Conoscevo questo artista perché è famoso su Facebook e sono venuto apposta». Fabio Onorini è romano, ha coperto di tatuaggi vip e giocatori di calcio, tra cui il centrocampista della Roma, Radja Nainggolan, Diego Perotti, ma anche Grido dei Gemelli Diversi, il suo stile è il “Tradizionale Americano”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia