Tassa sui rifiuti, buco milionario

Chioggia. Decine di operatori balneari hanno fatto ricorso e non hanno pagato le pesanti bollette
Di Elisabetta B. Anzoletti
Chioggia: Giorgio Bellemo G. Bellemo, S. Martino di Sottomarina e cappella rastaurata
Chioggia: Giorgio Bellemo G. Bellemo, S. Martino di Sottomarina e cappella rastaurata

CHIOGGIA. Raffiche di ricorsi contro la tassa sui rifiuti in spiaggia. Trenta operatori turistici hanno scelto di procedere legalmente contro la Tari provocando un buco di bilancio che il Pd indica in 1.600.000 euro.

I concessionari, titolari di stabilimenti balneari, parcheggi e camping, lamentano che le aliquote applicate siano insostenibili, soprattutto a fronte di un servizio che suscita molte perplessità. Da anni gli operatori dell’arenile chiedono sconti sulla tassa dei rifiuti, insistendo sulla stagionalità ma anche sul fatto che il servizio dovrebbe essere tarato sull’effettiva quantità di rifiuti prodotti e non sull’estensione della concessione. Qualche leggera miglioria è stata apportata l’anno scorso prevedendo degli sconti dopo una certa metratura e la possibilità di rateizzare, ma le cifre sono ancora distanti da quanto gli operatori ritengono “equo” per il servizio svolto. Per concessioni molto ampie le bollette dei rifiuti si aggirano anche sui 100-120.000 euro l’anno. Bollette pesanti che lo diventano ancor più quando, come l’anno scorso, la stagione è stata tartassata da moltissimi weekend piovosi. E così sono partiti i primi ricorsi a cui poi strada facendo si sono aggregati molti altri. «Sul bilancio», spiega il capogruppo del Pd, Mauro Bisto, «pendono delle voci in rosso di cui nessuno ci ha spiegato come verranno ripianate. Abbiamo 1.600.000 euro di mancati pagamenti delle bollette dei rifiuti in spiaggia su cui pendono i ricorsi e 550.000 euro per la messa in sicurezza della discarica. Dato che non ci sono aumenti della Tari, in commissione abbiamo chiesto da dove si recuperano questi fondi, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta». La questione è oggetto di discussione anche in queste ore in cui il Consiglio è alle prese con l’approvazione del bilancio 2015. «Sono una trentina gli operatori demaniali che hanno presentato ricorso», conferma Giorgio Bellemo, presidente dell’Ascot, «alcuni di loro hanno fatto causa senza pagare le bollette che considerano troppo esose, altri invece hanno fatto ricorso ma hanno saldato il conto. Sinceramente non credo che si arrivi a 1.600.000 euro di mancati pagamenti perché sommando il gettito che arriva da tutte le concessioni si arriva a un milione l’anno. Vorrebbe dire che nessuno ha pagato quest’anno e che più della metà non lo aveva fatto neppure l’anno scorso. Un paio di concessionari grossi non hanno pagato negli ultimi due anni e qualche altro di medio, ma siamo attorno ai 900.000 euro credo non di più. Il punto fondamentale rimane che gli operatori contestano delle aliquote che sono oggettivamente insopportabili. Sapere che comunque vada una stagione avrai un conto per le sole immondizie di 100-120.000 euro è un fardello pesante da gestire. Tanto più che il grosso del lavoro lo fanno gli operatori raccogliendo e differenziando le immondizie in ogni stabilimento».

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