Tassa di soggiorno, Orsoni agli albergatori: «Vergogna»
E' polemica tra albergatori e Camue. Attacco all'Ava per la pagina sui giornali contro la tassa di soggiorno: «Offesi i cittadini»
Il sindaco Giorgio Orsoni spara a zero contro gli albergatori sulla tassa di soggiorno
VENEZIA. «Una vergogna». Il sindaco Giorgio Orsoni bolla così, durissimo, la pagina di pubblicità comprata sui quotidiani di ieri e oggi dall'Ava, contro la tassa di soggiorno che il Comune si appresta a pagare, sotto lo slogan: «Gli alberghi non sono un bancomat».
L'immagine di uno sportello bancomat con mani bramose all'incasso e tessere dei diversi assessorati - con la nota: «Un miliardo e mezzo di fatturato, 10 mila addetti, gli alberghi sono le vere industrie della città, la tassa di soggiorno come prevista dal Comune riduce gli hotel a bancomat dai quali prelevare senza nemmeno codice d'accesso» - ha fatto infuriare il sindaco con l'Associazione veneziana albergatori.
«Quella pagina», insiste Orsoni, «è quanto meno vergognosa. Spendono i soldi degli associati per una cosa che a loro non compete: Ava non ha mai sborsato un euro per iniziative che mirano a mantenere in città un turismo di qualità». Un comportamento, questo, che Orsoni ha detto di ritenere «offensivo» anche nei riguardi dei cittadini veneziani che, «al contrario degli albergatori», dal turismo «hanno soltanto molti disagi e pochi benefici economici». Così, se con Ava è muro contro muro, il sindaco conferma l'apertura alle proposte avanzate da Confindustria turismo Venezia, per una soglia maggiore di sgravi a favore delle strutture di Mestre e del Lido (da recuperare con una tassa più alta del mezzo euro previsto a turista per B&b e affittacamere) e una dilazione nell'entrata in vigore della norma, che slitterà dal 1 luglio al 20 agosto (soprattutto per non incorrere nei ricorsi al Tar, dal momento che il codice del contribuente prevede 60 giorni di tempo tra l'atto che introduce un'imposta e l'entrata in vigore della tassa).
«Quello di Confindustria è un atteggiamento ragionevole: penso si possano accogliere le loro istanze», conclude il sindaco, «stiamo facendo tutti gli sforzi per fare in modo che la tassa di soggiorno crei il minor disagio possibile per gli alberghi, sappiamo che qualche onere ci sarà: ma gli alberghi - sia chiaro - non pagheranno l'imposta, la riscuoteranno dai clienti».
«Il sindaco è un "simpaticone" a parlare così: la realtà è che quando si fanno le cose di fretta, si fanno male», replica Vittorio Bonacini, presidente dell'Ava, «se il Comune avesse dimostrato maggiore volontà d'incontro e spirito collaborazione, coinvolgendo i maggiori attori della vicenda - alberghi, porto e aeroporto - probabilmente non avremmo preso pagine di giornale. Se il Comune avesse deciso di far slittare ad agosto l'imposta, avremmo avuto più incontri chiarificatori e non avremmo fatto pagine sui giornali. Se avessero avanzato l'ipotesi di agosto, anche le commissioni comunali non sarebbero state riunite un giorno per l'altro in 12 ore, senza darci la documentazione per parteciparvi. La fretta è sempre cattiva consigliera: spero che il Comune se ne sia reso conto».
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