Tassa di soggiorno è arrivata la stangata

Alloggi e Airbnb, nuove tariffe con imposta raddoppiata o triplicata Maggiori introiti del Comune di 900 mila euro. Categorie sul piede di guerra
Interpress/Mazzega Venezia, 22.04.2015.- FOTO AEREE Nella foto Canal Grande e Ponte di Rialto
Interpress/Mazzega Venezia, 22.04.2015.- FOTO AEREE Nella foto Canal Grande e Ponte di Rialto

VENEZIA. In vigore da ieri, 1° gennaio 2018, la nuova revisione tariffaria dell’imposta di soggiorno che interessa nel Comune di Venezia, in centro storico come in terraferma, i titolari di locazioni turistiche (regolamentati ai sensi dell’ex articolo 27 bis della legge regionale 11 del 2013). Compresi quanti lavorano sulla piattaforma Airbnb.

Imposta quasi triplicata. Chi fa locazione turistica, si ritrova a dover chiedere ai clienti un maggiore esborso per la tassa di soggiorno. Se finora i titolari di attività ricettive extra-alberghiere svolte in appartamenti pagavano 1,50 euro a persona per pernottamento, ora le cifre salgono da 2 euro, il minimo, ad un massimo di 5 euro. Più del triplo, in alcuni casi. Ma in generale per i gestori di queste strutture si tratta di chiedere al turista che pernotta nell’appartamento, il doppio della tassa finora applicata. Questo perché le nuove tariffe sono modulate in base alla classificazione catastale degli appartamenti. Due euro di imposta se si affitta un alloggio popolare (i casi in città sono rarissimi); 3 euro per i villini (categoria molto utilizzata a fine turistici) e 5 euro per le grandi e signorili ville (non molte, per la verità, dicono gli addetti ai lavori).



Alberghi e B&B. Nulla cambia invece per alberghi e B&B. Nelle classificazioni con i “leoni”, per i B&B le tariffe vanno già da 2 a 5 euro, mentre gli alberghi hanno tariffe differenziate a seconda delle “stelle” (da 1 a 5 euro), della stagione e delle riduzioni previste fra centro storico e terraferma.

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Novecentomila euro in più. «L’obiettivo della manovra sull’imposta di soggiorno è quella di portare nuovi equilibri. Abbiamo ricevuto le associazioni, ci siamo confrontati ma andiamo avanti», aveva ribadito ai primi di dicembre l’assessore Michele Zuin. Il responsabile del Bilancio di Ca’ Farsetti, braccio destro del sindaco Brugnaro, non si fa spaventare da lamentele e proteste e spiega che le nuove tariffe di imposta di soggiorno per le locazioni turistiche faranno entrare nelle casse del Comune 900 mila euro in più. «A bilancio, per il 2018, l’imposta di soggiorno è fissata in 30,5 milioni di euro e i maggiori introiti, 700 mila euro, sono confermati», aveva spiegato Zuin. «Derivano dai maggiori introiti dell’imposta di soggiorno, merito soprattutto dei controlli avviati con il geoportale. I 900 mila euro della manovra sulle locazioni, quindi, si aggiunge ai maggiori incassi.

Tari, no rincari ai residenti. «Risultato», dice Zuin, «abbiamo un milione e mezzo in più rispetto al 2016 che ci permette di garantire ai nostri cittadini che per loro la Tari non aumenterà perché a pagare sarà il settore del turismo, con i proventi della imposta di soggiorno».

Tutorial e proteste. Le associazioni di categoria come l’Abbav, che rappresenta Bed and Breakfast, affittacamere e appartamenti, stanno facendo una massiccia campagna di informazione agli associati. Perché le nuove norme del Comune prevedono una differenziazione sulla base della categoria catastale («che moltissimi non conoscono nemmeno», dicono le associazioni) e la registrazione diventa obbligatoria sul portale Ids (Imposta di soggiorno) del Comune per i gestori. Il portale sta anche per cambiare l’interfaccia web e l’associazione sta realizzando un “tutorial” video per aiutare gli associati, in difficoltà con la burocrazia comunale.

La contestazione. «Confermiamo che la classificazione decisa dal Comune non ci va affatto bene e stiamo lavorando alla lettera-esposto che invieremo al garante della libera concorrenza, contro questo provvedimento ma anche contro la delibera 25, quella che blocca i cambi d’uso in città», spiega Ondina Giacomin dell’Abbav, che ha concordato l’azion con Confedilizia, Agata e i referenti di Airbnb, ovviamente toccata dal provvedimento comunale. Gli “host” che pubblicizzano gli alloggi sul grande portale devono far pagare le nuove tariffa dell’imposta. Nel 2017 non è stato possibile arrivare a un accordo tra Comune e Airbnb. Intanto, il sindaco ha annunciato di voler lavorare ad un albo degli alloggi in affitto turistico in città.

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