Tariffe degli impianti sportivi, è caos

Ufficializzati solo gli adeguamenti Istat non i rincari annunciati. Società in subbuglio: «Ci rimetteranno le famiglie»
Di Mitia Chiarin

Il caos delle tariffe degli impianti sportivi e i rincari infiammano gli animi e preoccupano società sportive grandi e piccole e tante famiglie. Sul sito del Comune, Politiche sportive, per ogni impianto comunale, che siano palazzetti, palestre o piscine, sono riportate le nuove tariffe in vigore da agosto e settembre 2014. Ma attenzione: indicano solo l’adeguamento all’Istat e non i nuovi rincari che sono dietro l’angolo e che mettono in subbuglio tutti. Annunciati dal commissario Zappalorto, ora si entra nel concreto degli aumenti.

Si “salvano” per ora le palestre delle Municipalità. Murano-Burano ha votato già un ordine del giorno contro gli aumenti; da Mestre Carpenedo a Chirignago Zelarino e Marghera per gli impianti direttamente gestiti dai parlamenti assicurano che le tariffe per ora non cambiano.

Il problema sono gli impianti comunali. «Se ci tagliano i contributi, pari a 36 mila euro l’anno, e ci aumentano sensibilmente i costi per utenze e riscaldamento - oggi paghiamo il 7% - poi dovremo chiedere ai nostri associati di pagare di più con il risultato che la città perde l’unica struttura per l’atletica a prezzi popolari e aperta in modo continuato 12 ore al giorno. O ci toccherà restituire le chiavi, ma questo non lo vogliamo», spiega Andrea Vianello, vicepresidente dell’Athlon che gestisce il campo di atletica di San Giuliano: una realtà che conta 400 persone al giorno, 300 bambini sotto i 16 anni, tantissimi studenti delle scuole, che riaprono lunedì prossimo, con 10 mila presenze l’anno. Qui si fa sport spendendo 136 euro l’anno ma la pista di atletica è da tempo malandata. «Il Comune ha investito 500 mila euro per rifare il campo di Murano e il nostro campo invece resta malmesso», dicono in pista.

«Capiremo la reale portata degli aumenti nella riunione fissata per il 17 settembre all’assessorato allo sport», dice Vianello. Anche al calcio Altobello, Lorenzo Visentin è preoccupato: oggi è previsto un incontro tra le società sportive calcistiche e il dirigente dello Sport, Manuele Medoro. «Non so quanto arriveremo a pagare, oggi versiamo 250 euro ogni 4 mesi», dice il dirigente. «Si parla di costi che raddoppiano per le utenze e già ogni anno spendiamo 5 mila euro per rimettere in sesto i campi».

Davide Giorgi della Polisportiva Terraglio teme per le 300 atlete della pallavolo: «Un aumento delle rette significa un aumento di spesa per le famiglie in un momento difficile ed è bene ricordare che per le nostre società le sponsorizzazioni al 99,9 per cento non arrivano mai. A Mestre le nuove tariffe non sono ancora state rese note ma si parla di un 30 per cento in più e del 50 per cento in più di spese di gestione. Davvero tanto».

Si lamentano tutti, grandi e piccole società. Prova a far capire l’impatto degli aumenti Giuliana Blasigh, dirigente di associazioni sportive dilettantistiche della pallavolo, soprattutto a livello giovanile: «Gli aumenti medi», dice, «vanno dal 15 al 48 per cento». Per usare palestra di terza fascia come la Fucini di Favaro ecco quanto si spende: da aprile ad ottobre 8,48 euro l’ora contro i 7,38 della vecchia tariffa; per la tariffa invernale 15,91 euro l’ora (prima 12,66 ); una gara di qualsiasi categoria viene a costare ora quasi 33 euro l’ora. Temono di non sopravvivere società come il Volley Favaro, Venezia Volley, Agorà Venezia (per tutte 300 iscritti dai 7 ai 18 anni) e altre società, dal Chirignago al Terraglio Volley sono preoccupati. «Non si richiedono aiuti economici, vista la congiuntura attuale, ma solamente di poter operare sempre nel rispetto della normativa vigente, garantendo così alle centinaia di famiglie coinvolte di poter contare su queste associazioni altrimenti alcune di queste potrebbero trovarsi di fronte alla inevitabile prospettiva di dover chiudere l'attività con le relative ricadute sociali che comporterebbe una scelta del genere», scrivono le società.

In riunione su questo tema ieri anche i dirigenti del Calcio Mestre. Ufficialmente, per ora, nessuno parla di ricorsi ma il rischio di un contenzioso è, evidentemente, dietro l’angolo. Nel frattempo si moltiplicano le convocazioni delle varie società davanti al dirigente dell’assessorato allo Sport per la sottoscrizione di atti di rinuncia al pagamento dei contributi comunali (in ritardo) e alla compilazione di un questionario. Il preludio ai rincari, ancora non resi pubblici.

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