Tariffe cimiteriali, altra mazzata cremazioni da 480 a 600 euro

Dopo gli aumenti di marzo 2014, nuovo adeguamento di Veritas: l’inumazione costa 50 euro in più Infuriati gli impresari funebri: «Il Comune ci chiede funerali low cost e poi fa schizzare i costi»
Di Gianluca Codognato
10.11.2005.- INAUGURAZIONE NUOVO FORNO CREMATORIO, CIMITERO DI SAN MICHELE.- INTERPRESS/IANNUZZI
10.11.2005.- INAUGURAZIONE NUOVO FORNO CREMATORIO, CIMITERO DI SAN MICHELE.- INTERPRESS/IANNUZZI

Aumentano ancora le tariffe cimiteriali da parte del Comune di Venezia tramite Veritas. Ritocchi all’insù che fanno lievitare i costi dei funerali e che rendono ancora più impegnativa una cerimonia già di per sé penosa.

Ecco dunque che da lunedì è operativo l’ultimo adeguamento dopo quello scattato il 28 marzo 2014. Un incremento tariffario che incide su quasi tutte le voci ma che va a colpire soprattutto i riti più utilizzati: la sepoltura in campo comune e la cremazione, che ormai caratterizza un funerale su due. Partiamo proprio da quest’ultimo “estremo saluto”, perché registra gli aumenti più clamorosi. Fino a tre anni fa costava ai residenti 120 euro, lo scorso anno era arrivato a superare i 480 euro (481,90) con una crescita del 400%. Dal 26 gennaio siamo saliti a 604 euro (+25%). L’inumazione in campo comune da un anno all’altro è passata da 156,64 euro a 214,90.

Il nuovo “listino” dei servizi cimiteriali comprende, come detto, aumenti su tutti i fronti, anche se spesso contenuti nell’ambito di qualche euro. L’adeguamento spiazza gli stessi impresari di pompe funebri, i quali lo scorso anno sono stati coinvolti in una proposta che è ancora in fase di definizione, almeno per quanto riguarda le ditte aderenti, ovvero la possibilità di prevedere funerali a prezzi calmierati, che vanno da 1.400 euro in giù. «Da una parte ci chiedono di prevedere un servizio low cost che fra l’altro forniamo già», dicono alcuni impresari, «e dall’altra aumentano i costi dei servizi, andando a incidere sulle tasche delle famiglie».

Per capire l’impatto delle nuove tariffe di Veritas, facciamo due esempi. Supponendo che un’impresa di pompe funebri proponga il proprio servizio (trasporto, fiori, epigrafi, santini, etc.) a 1.400 euro, fino alla scorsa settimana una sepoltura in campo comune costava 1.650 euro, adesso 1.714. Un rito con cremazione 2.525 euro, contro i 2.402 euro di prima. «Si tratta di un aumento che va dai 50 ai 100 euro», commentano ancora gli impresari, «una cifra che incide sulla spesa finale, in un momento in cui le famiglie avrebbero bisogno di restare il più possibile tranquille».

I ritocchi all’insù in vigore da lunedì riguardano anche le diverse concessioni (ossari, cinerari, nicchie), anche se qui parliamo di pochi spiccioli. Facciamo alcuni esempi. Nei cimiteri veneziani un ossario individuale costava nel 2013 fra 303,78 e i 373,17 euro, nel 2014 fra i 308,02 e i 377,89, oggi la tariffa (a seconda della fila) varia da 308,32 a 378,26 euro. Anche i cinerari hanno subito un incremento di qualche euro in un paio d’anni. In tale contesto, sta ottenendo sempre più adepti la contro-convenzione proposta da alcune pompe funebri mestrine che, puntando sulla trasparenza nei confronti dei clienti, hanno inserito fra le proprie offerte un tipo di funerale a prezzo calmierato, specificando voce per voce il tipo si servizio offerto.

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