Tari, i conti di Confcommercio Spendiamo 80 euro di troppo
Più cara rispetto a tutte le altre realtà venete e anche di gran parte delle realtà italiane. Pesa, eccome, sul portafoglio dei veneziani la tassa dei rifiuti (Tari) e il motivo è semplice: nel centro storico raccolta e smaltimento sono operazione alquanto complesse e, appunto, costose. Ora, però, un’indagine della Confcommercio solleva anche un’altra questione, ben più difficile d’accettare. A Venezia - dice lo studio che ha monitorato tutti i capoluoghi di provincia - quell’imposta potrebbe costare 80 euro in meno a cittadino, se il servizio fosse davvero efficiente.
L’associazione ne è convinta e testimonia tale convinzione con dati molto puntuali. Eccoli. Partiamo dalla spesa affrontata nel 2015 per il servizio di raccolta rifiuti nel territorio comunale: circa 80 milioni di euro, il doppio rispetto a Padova e Verona, più del quadruplo di Vicenza. A livello pro-capite, ovvero dividendo quella cifra per tutti gli abitanti del capoluogo veneziano, neonati compresi, stiamo parlando di una spesa che si aggira attorno ai 290 euro.
Tanto? Poco? Confcommercio dice che in terraferma e nel centro storico ci sono delle inefficienze che riducono i servizi aumentandone i costi. Seguendo i dati del sito OpenCivitas promosso dal governo e spulciando i costi ottimali del servizio di gestione rifiuti, viene fuori che, in una situazione di efficienza, a Venezia la spesa per la Tari potrebbe aggirarsi attorno ai 56 milioni di euro, quasi 25 milioni in meno di quanto investito nel 2015. Ciò significa che in media ogni abitante non dovrebbe sborsare i già citati 290 euro ma un’ottantina di euro in meno. «Le inefficienze hanno varie cause», spiegano dalla Confcommercio, «che variano da territorio a territorio. È chiaro che Venezia abbia le proprie particolarità, ma OpenCivitas tiene conto anche di quelle».
Insomma, se l’analisi sui costi standard di OpenCivitas è corretta, di certo i cittadini veneziani avrebbero tutte le ragioni per protestare. Anche perché, ricordiamolo, la tassa sui rifiuti dal 2010 al 2015 è aumentata pure nel nostro territorio di circa il 55% visto che è cambiata la tipologia dell’imposta che ora deve essere coperta interamente dai cittadini.
Esaminando i risultati dello studio, Veritas, l’azienda che ha il compito di raccogliere e smaltire i rifiuti, non ci sta e protesta. «Forse nell’indagine non si è tenuto conto in modo adeguato dell’unicità del centro storico», avvertono dall’ufficio stampa. « A Venezia città ci vuole un numero di persone sei o sette volte superiore rispetto al normale per effettuare il servizio. Bisogna operare sull’acqua, svolgere la raccolta a mano con capillarità e frequenza quotidiana. Non esiste al mondo una città complessa come la nostra da questo punto di vista. Al di là di questo, bisogna contare che abbiamo milioni di turisti ogni anno e naturalmente anche loro producono rifiuti che devono essere smaltiti. E i costi di tale servizio ricadono sui cittadini».
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