Tanti fedeli, veneziani e curiosi per la Pasqua ortodossa / FOTO
di Nadia De Lazzari
VENEZIA. Ieri la Chiesa ortodossa orientale, che segue il calendario giuliano, ha celebrato la Pasqua. È la festa delle feste, la più attesa dell’anno. “Christòs anésti” (Cristo è risorto): a Venezia, nella chiesa di San Giorgio dei Greci (in foto), il metropolita d’Italia e di Malta, Gennadios, ha rivolto questo augurio alla presenza di un migliaio di persone. Cantando in varie lingue i fedeli hanno risposto: “Alithòs anèsti” (È veramente risorto). «Questo messaggio di profondo contenuto teologico, di spiritualità e pastorale dà il vero significato della Pasqua», ha detto il metropolita greco. A mezzanotte di sabato, davanti al sagrato della storica chiesa, alla luce delle candele e alla sonorità delle campane, i fragori dei fuochi d’artificio hanno richiamato anche numerosi veneziani e turisti di passaggio.
La liturgia è poi proseguita all’interno della chiesa. Fino alle quattro del mattino quando il metropolita Gennadios ha donato agli astanti un uovo dipinto di rosso, simbolo della Resurrezione di Cristo. Alle 11 la liturgia dell’Amore. Poi la festa in campo dei greci con l’agnello cotto alla brace, la musica e i balli. Alle 13 nella chiesa dei Tolentini il sacerdote ucraino Jaroslav Chaikivskyi ha celebrato la Pasqua con rito orientale, greco cattolico. Ad ascoltare la sua catechesi oltre mille immigrati: «Ognuno di noi ha uno spazio senza Dio. Non si deve avere paura». Al giovane prelato ucraino stanno a cuore i giovani: «Bisogna coinvolgerli. Durante la messa ho comunicato loro il mio indirizzo mail e il mio sito facebook. Ho proposto di incontrarci per una pizza». Rito solenne anche a San Zandegolà celebrato da padre Alexey Yastrebov del patriarcato moscovita.
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