«Tante multe da annullare: manca il fatto contestato»

Un automobilista si rivolge ai legali: presentato ricorso contro la contravvenzione. «Nell’avviso sul cruscotto il vigile urbano non è indicato il motivo della sanzione»

MESTRE. A Mestre buona parte delle contravvenzioni potrebbero essere nulle, visto che negli avvisi i vigili urbani non sempre indicano la descrizione del fatto e la norma del codice violata. A sostenerlo, in un ricorso firmato dai legali Roberta Sorrentino e Matteo D’Angelo, un automobilista mestrino che ha trovato il verbale da 85 euro sul cruscotto della sua Toyota. Gli avvocati sostengono, infatti, che la persona alla quale l’avviso è destinato «deve essere informata fin da subito di quanto gli si contesta, in modo da consentirle di conoscere i motivi della richiesta di pagamento e di valutare consapevolmente se avvalersi della possibilità di pagare subito, senza l’aggravamento».

La Polizia locale, quindi, non può pretendere da chi è stato contravvenzionato di doversi recare negli uffici comunali per scoprire, magari a distanza di giorni dalla data indicata nella contravvenzione, quale contestazione venga mossa. Sarebbe toccato al vigile urbano che ha firmato la contravvenzione scrivere la norma violata e la descrizione del fatto commesso. Insomma, secondo i due legali, la violazione deve essere indicata immediatamente e non dopo giorni, magari non da un pubblico ufficiale ma da un dipendente della Maggioli spa, la società di Rimini che si occupa in molti comuni italiani e anche a Venezia di gestione delle entrate locali, di software gestionali per la pubblica amministrazione e di editoria e modulistica varia.

«A meno che la politica del Comune di Venezia e della società Maggioli (i cui dipendenti forniscono personalmente informazioni presso l'Ufficio suindicato circa le contravvenzioni elevate dalla Polizia locale e sono incaricati delle notifiche)», scrivono i legali, «non sia quella di lasciare sulle autovetture avvisi generici (e quindi nulli) al fine di chiedere agli asseriti trasgressori il pagamento di una somma per motivi sconosciuti e, qualora il cittadino si rifiuti (non conoscendo i motivi di tale richiesta), imporgli il pagamento maggiorato e gravato anche delle relative spese, procedurali e postali, specificandogli solo successivamente (con la notifica del verbale) il fatto e le norme asseritamente violate e ponendo a suo carico anche l'onere di proporre ricorso».

Nel ricorso inviato al comandante della polizia locale Marco Agostini, all’assessore Giorgio D’Este e al sindaco Luigi Brugnaro, Roberta Sorrentino e Matteo D’Angelo diffidano l’amministrazione comunale «di accertare la nullità insanabile dell’accertamento di violazione e, per l’effetto, di annullare in autotutela la pratica senza ulteriore ritardi alcuno».

Gli avvocati sottolineano che se accadrà si riservano di sporgere una querela per falso alla Procura.

 

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