«Tangenziale di Jesolo dimenticata»
JESOLO. Circonvallazione di Jesolo, il Pd si chiede che fine abbia fatto i progetto per l’infrastruttura viaria che dovrà collegare a piazza Torino. Sull’autostrada del mare, tornata in auge sui tavoli regionali per essere ulteriormente vagliato dalla giunta veneta, il gruppo del Pd jesolane è possibilista, purchè si possa trovare l’iter corretto e veloce dopo i problemi giudiziari. «Da sempre il Pd di Jesolo considera indispensabile questa opportunità viaria», dice il capogruppo Damiano Mengo in merito alla superstrada, «che snellirebbe la mobilità in entrata e in uscita dalla nostra città nel periodo estivo e che gioverebbe al traffico in buona parte del Veneto Orientale, in fase di discussione del bilancio regionale».
Il gruppo consigliare del Pd chiede anche quale destino abbia incontrato la bretella che avrebbe dovuto congiungere la strada che costeggia la nostra zona industriale con piazza Torino. «Questa arteria stradale», aggiunge Mengo, «è ormai necessaria dal forte pendolarismo che attraversa la nostra località provvedendo a decongestionare il traffico indirizzandolo verso la strategica zona Est della città e contribuendo ad alleggerire la pesantezza veicolare su un’ampia porzione di territorio. Per questo invitiamo la Regione e i suoi esponenti di governo a riportare urgentemente in discussione questo tema a lungo abbandonato ma che costituirebbe una soluzione adeguata al problema del traffico cui Jesolo è sempre sottoposto».
Interviene anche il deputato di Fare, Emanuele Prataviera: «C’è una soluzione a costo zero, visto che Autovie Venete, concessionaria autostradale del tratto dell'A4 da Marcon a Trieste, a breve si trasformerà in una società In House il cui capitale sociale sarà al 100% pubblico. Quindi, sulla base delle normative vigenti, potrà inserire, nel piano economico finanziario, anche investimenti di pubblico interesse, rimodulando la durata della concessione. Ecco che la Via del Mare potrà essere realizzata direttamente da Autovie Venete senza che nessuno possa contestare l’illegittimità dell’investimento». (g.ca.)
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