Tangentopoli, le intercettazioni: "Cambia giunta ma non cambia nulla"

Ecco le frasi intercettate dalla Guardia di Finanza tra due degli imprenditori coinvolti nella tangentopoli veneziana
VENEZIA. ''E' cambiata la giunta, ma per noi non cambia nulla. Tutto va avanti come prima''. E' una delle frasi intercettate dalla Guardia di Finanza tra due degli imprenditori coinvolti nella tangentopoli veneziana, che ieri ha portato a sette arresti, tra cui due funzionari del settore edilizia della Provincia.


Gli imprenditori, dopo anni di governo del centrosinistra nell'amministrazione di Ca' Corner, si erano interrogati per capire se con l'arrivo in giunta di Lega e Pdl le cose potevano cambiare. Ma i funzionari infedeli avrebbero confermato loro che l'attività degli appalti pilotati, e quindi le mazzette del 3% richieste, non si  interrompeva. Un tram-tram illecito che forse durava da anni. Le intercettazioni dei finanzieri, ma anche le carte gettate all'ultimo momento dagli indagati in un cassonetto, sarebbero chiare in proposito. La 'cricca' si sentiva tranquilla ed al sicuro, tanto che - secondo l'accusa - l'ultima richiesta di denaro fatta da uno degli arrestati (Domenico Ragno) risalirebbe all'ottobre 2010, quando l'indagine ormai avviata si avvicina alla svolta decisiva. A testimoniare la ''disinvoltura'' del gruppetto ci sarebbero anche le intercettazione raccolte da due finanzieri in borghese - che si fingevano una coppietta - in uno dei ristoranti in cui, imprenditori e funzionari chiudevano periodicamente gli 'affari'.


La cricca messa all'angolo da due "esclusi".
''Muoia Sansone con tutti i filistei''. E' questo il ragionamento che ha fatto muovere due degli imprenditori edili  inizialmente coinvolti nella 'cricca' di appalti e mazzette in provincia di Venezia, ma poi finiti fuori dal giro, esclusi dagli affari, e per questo in contrasto con coloro con i quali prima collaboravano. I due imprenditori, dopo aver pagato tangenti per partecipare ad appalti al ribasso con lavori eseguiti in modo farraginoso, si erano stancati del ruolo di sudditanza - uno era costretto a fare da autista e pagare pranzi e cene ad uno dei funzionari infedeli - e si sono rivolti alla Guardia di Finanza, tra il 2009 e il 2010. Le loro denunce - si è appreso in ambiente giudiziario - non sono state spinte da pentimento, ma da rivalsa nei confronti dei due funzionari. Così è scattata l'indagine con appostamenti ed intercettazioni che hanno permesso di ricostruire tutto. Agli atti anche le cene dove veniva pianificata l'attività o incontri ''per soli maschi'', tra imprenditori e funzionari a bordo i barche, in ristoranti di lusso fino in Slovenia, con la compagnia di ragazze ad allietare le serate.

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