Tangenti, patteggia la cricca della Provincia

Tre anni e mezzo a Carlon e Ragno, ma restano agli arresti domiciliari
Un incontro della cricca immortalato dalla Guardia di finanza
Un incontro della cricca immortalato dalla Guardia di finanza
VENEZIA. L'inchiesta sulla corruzione in Provincia si è chiusa ieri con la sentenza di patteggiamento per tutti gli imputati: i due funzionari dell'Edilizia e i cinque imprenditori edili. Nonostante gli avvocati Elio Zaffalon e Roberto Chiaia, parte civile per l'amministrazione di Ca'Corner, si siano battuti per sostenere che le pene concordate tra accusa e difesa fossero incongrue a causa della «elevatissima gravità» delle accuse, «trattandosi di delitti contro la Pubblica amministrazione, che hanno creato a favore delle imprese favorite un sostanziale monopolio delle opere pubbliche per lunghi anni (dal 2005 al 2010)», il giudice veneziano Daniela Defazio ha ritenuto di emettere la sentenza.


L'ingegner Claudio Carlon e il geometra Domenico Ragno hanno patteggiato tre anni e sei mesi di reclusione e dovranno risarcire con 18 mila euro le spese legali sostenute dalla Provincia, l'imprenditore di Campolongo Maggiore Silvano Benetazzo tre anni, quello di Salzano Rino Spolador tre anni e due mesi, il salzanese Remo Pavan due anni e cinque mesi, il trevigiano Giuseppe Barison un anno e sette mesi, il mestrino Dario Guerrieri un anno e sette mesi. La pena è stata sospesa per Barison e Guerrieri, Carlon e Ragno restano agli arresti domiciliari.Inoltre, il pubblico ministero Stefano Ancillotto ha ottenuto la definitiva confisca delle due case, una a Budoia di Carlon, l'altra a Trieste di Ragno. Gli avvocati della Provincia avevano insistito perchè il magistrato non concedesse il patteggiamento per pene da loro giudicate basse soprattutto per «la mancanza a tutt'oggi di qualsiasi contatto da parte degli imputati con l'ente anche solo per un acconto risarcitorio».


Il giudice, invece, ha sancito con la sua sentenza l'accordo raggiunto per il patteggiamento, spiegando che la pena è congrua anche in considerazione che gli imputati non avevano alcun procedimento penale e valutato il loro comportamento processuale, visto che alla fine hanno confessato.«Gli elementi acquisiti - scrive il magistrato - hanno messo in luce in modo incontrovertibile uno strutturato sistema corruttivo che nel corso dei vari anni, dal 2004 al 2010, ha permesso ai due funzionari, Carlon e Ragno, di percepire dagli imprenditori Barison, Benetazzo, Guerrieri, Pavan, Spolador, nonchè Alessandro Gambaro, Mario e Massimo Pacella, Mauro Vita, Fiorenzo Bordin e Gabriele Sartore, indebite utilità in denaro o natura».


«In cambio - preosegue la sentenza - assicurando l'assegnazione a quegli imprenditori della quasi totalità dei lavori e dei servizi della Provincia, attraverso la sistematica violazione del principio di non frazionabilità degli appalti, il ricorso illegittimo alla procedura della trattativa privata e la violazione delle norme che disciplinano tale procedura, che deve essere sempre improntata a principi di trasparenza, concorrenza e rotazione, la pratica degli eccessivi ribassi per assisurarsi l'opera con il recupero poi attraverso perizie di variante, il pagamento di opere non previste e non eseguite».

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