Tangenti Mose: "Per lavorare bisognava pagare Mazzacurati, per oliare il sistema"

Gli imprenditori Boscolo e Tomarelli hanno testimoniato in aula: al sistema di fondi neri andava la metà del fatturato
I pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini
I pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini

VENEZIA. "Per lavorare bisognava pagare: tu lavora e paga, mi diceva Mazzacurati, al resto penso io".

Così l'imprenditore Gianfranco Boscolo della Codemar ha testimoniato in aula, nel corso della nuova udienza del Processo Mose, che vede imputate otto persone tra cui l'ex ministro Altero Matteoli (corruzione), l'ex presidente del Magistrato alle acque Maria Giovanna Piva (corruzione) e l'ex sindaco del capoluogo lagunare Giorgio Orsoni (finanziamento illecito): il termine "oliare" è risuonato più volte in aula. 

I testimoni chiamati dai pubblici ministeri Stefano Ancillotto e Stefano Buccini, Gianfranco Boscolo (Coedmar) e Stefano Tomarelli (Condotte) hanno raccontato come per "lavorare bisognava pagare". Boscolo ha parlato di dazioni, negli anni, di 4/5 milioni di euro con tranche di 400mila euro l'anno versati in contati. Era il 50% di quanto il Consorzio Venezia Nuova, allora retto da Giovanni Mazzacurati, dava per opere a volte neppure fatte. Denaro, ha chiarito Boscolo, che ci è stato detto da Mazzacurati, senza scendere nel dettaglio, come necessario ad "oliare" personaggi perché i lavori continuassero.

Processo Mose, attacco all'ex sindaco Orsoni: "Vinse grazie a Mazzacurati"
L'ex presidente del Cvn Giovanni Mazzacurati e l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni

"Tu lavora e paga mi diceva Mazzacurati al resto ci penso io» ha detto Boscolo. Tomarelli ha confermato la dazione del 50% del fatturato al Cvn aggiungendo che "oliare" significava agire su due piani: a Venezia e a Roma. In laguna il denaro andava alla politica locale. Ha fatto i nomi di Giancarlo Galan, di Renato Chisso, di Orsoni stesso ma anche dei presidenti del Magistrato alle acque da Cuccioletta a Piva.

Sul fronte romano, Tomarelli, che ha detto di aver saputo di quanto accadeva dallo stesso Mazzacurati, ha spiegato che il denaro avrebbe avuto per destinatario il ministero dell'Ambiente e delle Infrastrutture (il riferimento era a funzionari e alo stesso ex ministro Matteoli). Tutto questo allo scopo di partecipare di far partecipare agli utili la Socostramo di Erasmo Cinque (imprenditore a processo e vicino ad An) per il marginamento di Porto Marghera. 

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