Tangenti Mose, l'ex generale della Finanza Spaziante deve pagare 1 milione di euro
VENEZIA. Imputato dopo imputato, lo Stato (con i suoi Corpi) passa all'incasso per lo scandalo delle Tangenti Mose.
Così, dopo le condanne in Corte dei conti dell'ex presidente veneto Giancarlo Galan, dell'ex assessore Renato Chisso, dell'ex presidente del Magistrato Patrizio Cuccioletta (per un totale di quasi 9 milioni di euro), ora toccherà all'ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, mettere mano al portafoglio e risarcire quello che per anni è stato il suo Corpo di appartenenza, per il gravissimo danno d'immagine che ha provocato alla Fiamme Gialle.
La Corte dei Conti della Lombardia ha, infatti, condannato l’ex generale e vicecomandante della Guardia di Finanza Emilio Spaziante a versare un milione di euro alla Guardia di Finanza per «danno all’immagine» relativo al suo coinvolgimento nell’inchiesta sul caso Mose, che lo ha visto patteggiare 4 anni per concorso in corruzione.
I giudici (presidente Silvano Di Salvo) hanno accolto la richiesta di condanna della Procura regionale guidata da Salvatore Pilato confermando il sequestro già disposto fino ad un milione di euro, convertito in «pignoramento». Spaziante era accusato assieme all’ex ad di Palladio Finanziaria Roberto Meneguzzo, che aveva patteggiato due anni e mezzo, in due episodi di presunta corruzione in concorso con Marco Milanese, l’ex ’braccio destrò di Giulio Tremonti.
L'ex generale della Gdf Emilio Spaziante, che quattro anni fa ha patteggiato 4 anni per concorso in corruzione nel caso Mose, ha «arrecato una grave lesione all'immagine dell'amministrazione pubblica di appartenenza», ossia le Fiamme Gialle, «in considerazione dell'indubbia ed intrinseca gravità dei fatti contestati e del clamore mediatico conseguitone». Lo scrivono i giudici della Corte dei Conti della Lombardia (estensore Eugenio Madeo) nella sentenza con cui hanno condannato Spaziante a pagare un milione di euro di danni di immagine alla Guardia di Finanza. Nel quantificare la misura del danno i giudici fanno riferimento nel provvedimento alla «qualifica apicale di Generale di Corpo d'Armata» di Spaziante all'epoca dei fatti contestati, alla «pervicacia» del suo «comportamento socialmente riprovevole», alla «ripetitività degli episodi corruttivi» e all'«enorme impatto negativo sullo stato d'animo e sui sentimenti sia dell'Amministrazione di appartenenza, sia dell'opinione pubblica». Nella sentenza i giudici riportano diversi passaggi degli atti del procedimento penale che si è concluso col patteggiamento, ricordando che l'ex generale era coinvolto nell'inchiesta sul
Mose per «aver fornito» informazioni «riservate sulle indagini in corso e su alcune verifiche fiscali operate dalle Fiamme Gialle sulle attività del Consorzio Nuova Venezia». (Agi-Ansa)
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