Tangenti Mose, il teste Galan è indagato per reati fiscali: "Passo il tempo a leggere"

L'ex governatore: "Non andrei mai in California, lì ci sono i caimani", in riferimento all'ex presidente del Consorzio Mazzacurati
Giancarlo Galan e i suoi avvocati al tribunale di Venezia
Giancarlo Galan e i suoi avvocati al tribunale di Venezia

VENEZIA. Magro, sorridente, ma silenzioso: l'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan è arrivato al Tribunale di Venezia da uomo libero, come teste al processo per le Tangenti Mose.

«Mi avvalgo, su suggerimento dei miei legali, della facoltà di non rispondere». Così Giancarlo Galan ha, però,  risposto al presidente del Tribunale di Venezia, Stefano Manduzio.

Lo ha potuto fare perché  indagato per ipotesi legate a reati fiscali in un filone dell'inchiesta Mose che riguarda le aziende che avrebbero pagato le presunte tangenti o fatto dei favori al fine di assicurare la continuità dei lavori.

I suoi legali, Niccolò Ghedini e Antonio Franchini, hanno intanto fatto sapere che stanno studiando e raccogliendo elementi per un'eventuale revisione del patteggiamento fatto da Galan a due anni e 10 mesi di reclusione e ad una multa si 2,6 milioni di euro.

Tra gli elementi da valutare, ci sarà anche l'esito del processo in corso a carico di otto imputati, tra i quali l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (finanziamento illecito dei partiti), l'ex ministro Altero Matteoli e l'ex presidente del magistrato alle acque Maria Giovannna piva (entrambi per corruzione).

Su richiesta del legale dell'architetto Danilo Turato, professionista che ha curato il restauro di villa Rodella, nel padovano, dove abitava Galan con la famiglia, il 30 marzo sarà sentita anche la moglie dell'ex governatore, Alessandra Persegato.

Con i giornalisti ha parlato solo di Pedemontana: "Io non ho mai messo tasse"

L'ex governatore Galan: "Tassa sulla Pedemontana? Io non l'avrei mai fatto"

«Mai fatto una delibera, un atto, una dichiarazione dettata da un vantaggio personale»: ha detto Giancarlo Galan, in riferimento al suo passato ruolo di presidente del Veneto, incalzato dai giornalisti.

Dopo un iniziale diniego di fronte alle domande dei giornalisti, Galan ha risposto ricordando in primo luogo le persone che durante la vicenda Mose gli sono state vicino. Sull'intenzione di tornare al lavoro, Galan ha detto: «intanto passo il tempo a leggere».

«Non ci ho pensato - ha risposto a chi gli ha chiesto se andrà all'estero - di certo non andrei in California» e il riferimento è al fatto che lì abita l'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, 'grande accusatorè nell'inchiesta Mose.

«Piuttosto - ha aggiunto - andrei in qualche luogo sperduto dalle parti di Miami a pescare, lì ci sono i caimani ma tanto ormai ci sono abituato». Ha detto che sulla vicenda Mose «a suo tempo e se sarò vivo parlerò».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia