Tangenti a Genova chioggiotto indagato
CHIOGGIA. L’inchiesta per le tangenti relative alla costruzione del nuovo polo tecnologico di Genova, coinvolge anche il veneziano. Nel registro degli indagati della Procura ligure, infatti, è finito anche Massimo Tasca, 53 anni, consulente trevigiano. Insieme a lui anche Gianluca Fasolin, 44 anni di Chioggia, dipendente della ditta Prodotti Siderurgici Fasolin di viale Mediterraneo, sempre a Chioggia e Nicola Scapin, 41 anni, residente a San Giorgio delle Pertiche in provincia di Padova. Ai tre, secondo gli inquirenti genovesi, sarebbe stato chiesto il pagamento di mazzette da parte di chi aveva la responsabilità di controllare l’andamento dei lavori.
L’inchiesta dei carabinieri è scattata lo scorso dicembre ed ha per oggetto la costruzione del nuovo polo tecnologico degli Erzelli di Sestri Ponente, sulle alture del capoluogo ligure. Stando ai riscontri degli investigatori, un imprenditore e tre ingegneri della ditta Aurora Costruzioni di Torino che ha compiti di construction management (in pratica cura il controllo dello stato di avanzamento dei lavori) per conto della società realizzatrice - la Genova High Tech - avrebbero chiesto soldi alle aziende subappaltanti. Più precisamente i quattro avrebbero minacciato di ritardare i pagamenti per i lavori effettuati e di escluderli da quelli nuovi, se non avessero versato una mazzetta.
Rilevante la somma che avrebbero intascato in tal modo: un giro da 1,3 milioni di euro. I tre ingegneri - Enrico Casaretti di Parma, Giuseppe Luperto di Lecce e Carlo Azzariti Fumaroli di Napoli - e l’imprenditore sono ora accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’estorsione. Nel registro degli indagati, oltre a loro, sono finite altre 22 persone. Si tratta, appunto, degli imprenditori, dei tecnici e dei professionisti che avrebbero dovuto sottostare alla richiesta di mazzette e che, per poterle pagare avrebbero prodotto false fatture, gonfiando l’importo dei lavori effettuati. Con tale sistema avrebbero ricavato le somme che poi - ritengono gli investigatori - finivano nelle tasche dei ingegneri. Questi ultimi avrebbero agito all’insaputa della società per la quale lavoravano, l’Aurora Costruzioni e ai danni della Genova High Tech spa, l’azienda che sta realizzando la cittadella tecnologica. E sono stati proprio i vertici della società capofila a rivolgersi ai carabinieri esponendo dubbi e sospetti sull’attività dei professionisti. La Genova High Tech ha inoltre annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale procedimento giudiziario a carico degli ingegneri. Le aziende che, stando alle accuse, avrebbero pagato le mazzette, risultano da un lato vittime del sistema estorsivo e dall’altro responsabili della produzione di fatture fasulle. I nomi di Massimo Tasca, Gianluca Fasolin e Nicola Scapin figurano tra gli indagati che, secondo gli investigatori, avrebbero dovuto sottostare alle richieste di denaro e, per questo, avrebbero a loro volta «truccato» le fatture facendo lievitare conseguentemente i costi dei lavori eseguiti.
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