Take away, aperture vietate per tre anni a Venezia

La giunta approva dopo dodici mesi la delibera del Consiglio comunale, ma senza l’ok della Regione resterà lettera morta

VENEZIA.I take away dilagano. Come i bar e i negozi di cibo da asporto. Adesso, dopo un anno e mezzo, la giunta recepisce l’indicazione del Consiglio comunale. E approva la delibera sulla limitazione delle attività per tre anni. Provvedimento non ancora definitivo, perché si dovrà aspettare il via libera della Regione, competente per materia. Se i tempi saranno gli stessi delle strutture ricettive extralberghiere non c’è da stare allegri. Da quando la delibera sarà esecutiva, sarà vietata per tre anni l’apertura di take away.



Le attività già esistenti dovranno adeguarsi a molte regole igieniche, compresa la disponibilità di cestini fuori delle attività. Lo scopo è quello di limitare i picnic in strada. Ma inciderà davvero poco sulla trasformazione selvaggia delle attività economiche orientata al turismo mordi e fuggi. Forse è tardi. Perché lo stesso provvedimento, dicono i consiglieri di opposizione, è stato adottato in base alla legge Franceschini sui centri storici a Firenze due anni fna. E sta dando qualche frutto. I «take away» sono soltanto una piccola parte della valanga di attività legate al cibo e ai Pubblici esercizi che aprono senza alcuna autorizzazione né vincolo. Vista la mancanza di regole e piani di zona, l’apertura di un bar in città non è soggetta ad alcuna restrizione. Basta presentare la richiesta per gli scarichi e la fossa settica, con una dichiarazione firmata da un professionista (Scia) E dopo 30 giorni si può aprire.

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 05.11.2013.- Rissa la scorsa notte al pizza e Kebab in calle rimpeto la sacrestia, rotta insegna e vetrinetta.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 05.11.2013.- Rissa la scorsa notte al pizza e Kebab in calle rimpeto la sacrestia, rotta insegna e vetrinetta.


Restano soggette a limitazioni solo alcune piccole aree di Rialto e San Marco. Dove al posto del bar stanno aprendo attività di cibo da asporto.

Intanto si prova a mettere una pezza. La delibera sui take away, proposta al Consiglio comunale da un gruppo di consiglieri di maggioranza, primo firmatario Paolo Pellegrini (Lista Brugnaro) aveva iniziato il suo iter in commissione alla fine del 2016. Approvata dal Consiglio comunale il 5 maggio 2017, esattamente un anno fa. Ferma fino a ieri, in attesa del parere della Regione. Finalmente Palazzo Balbi ha risposto alle sollecitazioni del Comune e inviato il suo parere. Così la giunta ha deciso di mettere il punto all’ordine del giorno e di approvare la delibera. Cosa cambierà nei prossimi giorni? Poco o niente. Perché per l’entrata in vigore del provvedimento – che comunque riguarda soltanto i take away, rivendite di pizza al taglio, kebab, patatine e simili – si dovrà attendere appunto la risposta della Regione. Un aspetto circoscritto, quello dei take away. Che non risolve il dramma della chiusura di attività artigiane, che non riescono a pagare affitti da decine di migliaia di euro al mese, soppiantate da bar e piccoli ristoranti. L’invasione dei Pubblici esercizi non si ferma. «Ma intanto», dice il sindaco Luigi Brugnaro, «abbiamo provato a fare qualcosa. Non sarà abbastanza. Ma è pur sempre qualcosa. Fino ad oggi non si era fatto niente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia