Tagliati i contributi ai comuni di confine

CINTO. È rivolta nei paesi di confine. A farsi carico del malcontento ci sono i comuni di Pramaggiore e di Cinto. L’assessore alla Protezione civile pramaggiorense Marco Bertuzzo, non ci sta e batte...

CINTO. È rivolta nei paesi di confine. A farsi carico del malcontento ci sono i comuni di Pramaggiore e di Cinto. L’assessore alla Protezione civile pramaggiorense Marco Bertuzzo, non ci sta e batte cassa. Pretende dal Governo i contributi di confine cancellati dalla Legge di Stabilità del 2015. Senza quei 900mila euro, i piccoli comuni non hanno molte possibilità di manovra. Solo da quest’anno le maglie del Patto di Stabilità si sono allargate, ma i sindaci non si accontentano. Poi c’è la questione irrisolta del comune di Cinto “terra irredenta” per eccellenza. Il passaggio al Friuli sancito dal referendum di quasi 10 anni fa, il 26 marzo del 2006, annaspa nella “palude” delle carte della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Dopo l’interessamento del deputato del Pd Sara Moretto, prova ora a sbloccare la situazione un altro politico portogruarese, Emanuele Prataviera (Fare).

È però Pramaggiore a guidare la rivolta dei comuni di confine. La concorrenza del Friuli Venezia Giulia, e di realtà come Pravisdomini, Chions, e Cordovado, sta impoverendo sempre più l’Alto Portogruarese. Le giovani coppie preferiscono emigrare per godere delle agevolazioni fiscali sui mutui; analoghe decisioni vengono adottate dai titolari delle fabbriche. Insomma, le agevolazioni offerte dal Friuli risultano ancora oggi decisive e troppo concorrenziali. «Sostenere che si sentiamo abbandonati magari sarà pure esagerato, ma le differenze sono sotto gli occhi di tutti, da troppi anni», ha spiegato l’assessore Bertuzzo, «e adesso ci hanno tagliato anche i 900 mla euro di contributi. Dobbiamo completare le opere pubbliche e dare delle concrete risposte ai cittadini. Non possiamo più aspettare».

Rosario Padovano

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