Tagli alle paritarie, duro attacco a Romor

Don Gianni Antoniazzi: «È una vergogna». L’assessore: «Ridotto il contributo del 15%»
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto Paolo Romor
Interpress/Mazzega Vitucci Venezia, 29.06.2015.- Comune di Venezia, Luigi Brugnaro presnta Giunta Comunale.- Nella foto Paolo Romor

MESTRE. «L'assessore Romor, a mio parere, di vita ne capisce poco». A puntare il dito contro l'assessore alle Politiche educative, Paolo Romor, con una dura lettera pubblicata nel foglio parrocchiale in uscita, è il parroco di Carpenedo, don Gianni Antoniazzi. Il sacerdote se la prende con il taglio dei contributi alle scuole paritarie, 37 nel territorio comunale, oggetto di un'interpellanza del capogruppo del Pd in consiglio comunale, Andrea Ferrazzi. «Tutte le generazioni di Carpenedo si sono formate nel nostro asilo, senza interruzioni. Solo negli ultimi 40 anni il Comune si è accorto di quanto questa realtà fosse preziosa, a vantaggio di tutti. Alla scuola pubblica un alunno costa 5.600 euro, da noi le cose sono gratis per lo Stato. Qualche anno fa l'assessore Andrea Ferrazzi ha stipulato una convenzione con le paritarie che accettavano i criteri laici dello Stato. Con quell'accordo il Comune dava un contributo di circa 260 euro ad alunno, mentre le scuole paritarie come la nostra, si impegnavano ad offrire un servizio stabile, aperto indistintamente a tutti, alla pari di quelle pubbliche. Quindici giorni fa Romor, che di scuola ne capisce quanto io di gondole, combinati i malanni nella gestione delle scuole pubbliche ha ritenuto di tagliare i soldi a quelle paritarie. Lui, principe del foro di Venezia, titolato vicesindaco del Lido, scapolo senza figli. Come fa ad occuparsi dell'educazione dei bambini? Mentre il sindaco spende per la squadra di basket in serie A, il suo assessore ha tagliato i fondi ai piccoli: continua a stanziare 5.600 euro per ogni alunno della scuola pubblica (più il contributo delle famiglie per il vitto, s'intende), ma ha giudicato troppi i 260 euro per i bambini delle paritarie. E se chiudessimo il centro infanzia, quanti soldi spenderebbe il Comune? Qualcuno vuole spiegargli come si fanno due conti? È una vergogna, ma l'asilo andrà avanti nonostante questa politica».

L'assessore ribatte al sacerdote e anche al consigliere Ferrazzi: «Non è assolutamente vero che la convenzione non è stata rinnovata», spiega. «La convenzione quadro in scadenza è stata rinnovata con delibera di giunta e poi è stata stipulata con tutte le scuole paritarie per il 2016, anche se abbiamo ridotto il contributo del 15 per cento. Si tratta di un taglio in linea con quanto fatto per le direzioni comunali e per le partecipate dovuto alla drammatica situazione del bilancio. Prima di procedere, il sindaco ha incontrato l'associazione scuole paritarie con i rappresentanti della Curia, spiegando le motivazioni e ribadendo che confermava il restante 85 per cento e la riduzione del 50 per cento della Tares alle paritarie gestite da organismi religiosi e tutti hanno capito».

Marta Artico

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