Tagli alla cultura, è mobilitazione le associazioni vogliono fare rete

Fondi ridotti di 900 mila euro e spese tagliate per un milione: Candiani, Toniolo e Vez a rischio Affollata assemblea al Palco con i gruppi cittadini. Ellero: «Grazie, ci fate sentire meno soli»
Di Mitia Chiarin
Assemblea pubblica contro i tagli alla cultura presso Il Palco a Mestre
Assemblea pubblica contro i tagli alla cultura presso Il Palco a Mestre

Dopo le duemila firme raccolte e il confronto con il sub commissario Pomponio, continua la mobilitazione delle associazioni mestrine contro i tagli alla cultura che mettono in difficoltà le attività di centro culturale Candiani, teatro Toniolo, biblioteca Vez ma anche di chiudere realtà di sperimentazione come il teatro Aurora. In tanti si sono ritrovati ieri al “Palco” per discutere del futuro incerto della cultura mestrina. La mobilitazione continua, si è capito ieri, con un pressing sul commissario Zappalorto per rivedere tagli con una genesi vecchia. L’ha ricordato il direttore del settore cultura del Comune, Roberto Ellero. «Ci fate sentire meno soli», ha detto alle associazioni, ringraziando per la mobilitazione.

Il bilancio della cultura che nel 2013 era di 4 milioni si è ridotto prima a gennaio 2014 (gestione Orsoni) a 3 milioni e 360 mila euro e ora è calato con il bilancio 2014 a 3 milioni e 90 mila euro. Un taglio di 900 mila euro avviato dall’ex giunta di centrosinistra. La spesa culturale ha perso un milione di euro passando da 2 milioni e mezzo a un milione e mezzo. «Dal 1997 al 2014 abbiamo avuto 7 assessori, con una durata media di 2 anni e poco più e alla nostra solitudine ha concorso anche questa situazione», ha detto Ellero criticando le giunte di centrosinistra ma anche elencando gli investimenti degli ultimi anni (dal rilancio del Candiani alla nuova multisala, all’apertura di villa Erizzo): «Un settore vivace ma che vive nell’incertezza e nella consequenziale marginalizzazione», ma il settore Cultura del Comune non ha più alcun controllo sui grandi eventi e sui musei Civici. «Il Comune di Venezia ha una vera politica culturale?», chiede provocatoriamente Ellero. Risponde per il Pd il segretario metropolitano Marco Stradiotto che si impegna «a premere sul commissario per ridurre i tagli» ricordando che chiunque guiderà il Comune dovrà avere un’attenzione particolare per Mestre.

Stradiotto si rivolge a Nicola Pellicani, segretario della Fondazione che ha portato 30 mila persone al Festival della Politica, esempio di autoproduzione culturale, indicandolo come «possibile candidato sindaco». Pellicani ribatte: «Io non sono un politico, sono qui come operatore culturale» e passa a spiegare che Mestre, cuore della futura città metropolitana, con 135 mila lavoratori della conoscenza e 170 associazioni culturali attive deve «vedere arrivare le risposte ma i finanziamenti a pioggia del passato non sono la risposta. Servono progetti credibili e interventi di rigenerazione urbana». Fare rete, quindi. Un invito accolto da Renato Darsie dei Comunisti Italiani, che rilancia la mobilitazione con l’avvocato Furlani (Civico 5). I giovani fanno sentire la loro voce. Paolo Ticozzi e Niccolò Polesello raccontano la cultura capace di produrre anche con bassi budget. Se ne discute oggi al Festival “Altro Futuro”.

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