Tabaccheria in centro a Venezia, per la Procura base di riciclaggio per le carte rubate dai borseggiatori: arrestati titolari e due ladri

In manette Paolo e Diego Vianello della famosissima “Bottega della pipa” a Rialto, e due cittadini rumeni, accusati di aver poco prima borseggiato un turista americano e che erano nel negozio al momento dello “scambio”

Roberta De Rossi
I sigilli alla Bottega della pipa a Venezia
I sigilli alla Bottega della pipa a Venezia

Sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri, lunedì mattina, Paolo e Diego Vianello, padre e figlio, titolari della famosissima “Bottega della pipa”, la piccola, centrale e fornitissima tabaccheria all’angolo di campo San Salvador, a Rialto, nel cuore di Venezia.

Il pubblico ministero Giorgio Gava li accusa di aver trasformato il loro negozio in un centro logistico, un punto di riferimento per i borseggiatori che imperversano a Venezia e che qui sapevano di poter incassare danaro contante, utilizzando carte di credito e bancomat rubati ai malcapitati di turno.

Arrestati dai carabinieri, anche due cittadini rumeni, accusati di aver poco prima borseggiato un turista americano e che erano nel negozio al momento dello “scambio”.

Sorpresi in tabaccheria con bancomat rubati, sigilli alla Bottega della pipa a San Salvador
I sigilli alla Bottega della pipa a Venezia

Secondo l’ipotesi d’accusa mossa dalla Procura  - che ora dovrà essere vagliata dai giudici - ricevute dai borseggiatori le carte di credito rubate, i negozianti avrebbero veniva  un acquisto, non consegnando però la merce (o almeno non tutto) si trattasse di sigarette o marche da bollo. Avrebbero così messo all’incasso quanto riuscivano a ricavare dalle carte (spesso per piccoli acquisti non coperte da codici di sicurezza), consegnando poi la metà del corrispettivo in banconote ai borseggiatori. Una divisione 50 e 50, secondo l’accusa di riciclaggio e utilizzo abusivo di carta di credito mossa dalla Procura.

Gli arresti hanno chiuso un’indagine dei carabinieri di Venezia iniziata a febbraio - con tanto di microcamere nel negozio e intercettazioni, - dopo aver notato il viavai di noti borseggiatori in entrata e uscita dal piccolo negozio, molto conosciuto anche come punto di riferimento per gli appassionati di modellismo e per i suoi sigari. Un centinaio in un mese le operazioni sospette ora al vaglio degli inquirenti: fino all’arresto di ieri, sul quale dovrà decidere la giudice per le indagini preliminari Benedetta Vitolo, sia per quanto riguarda la convalida sia per eventuali altre misure cautelari.

Per la Procura la tabaccheria era una vera e propria base operativa dei borseggiatori, che qui sapevano di poter trasformare in danaro le carte di credito rubate.

Ma si è in una fase preliminare delle indagini: non si tratta di accertamenti definitivi di responsabilità o di sentenze. Gli stessi arrestati - i tabaccai

si sono affidati all’avvocato Aldo Ghezzo-avranno modo di difendersi già nell’interrogatorio di garanzia, in programma mercoledì o giovedì al massimo, e raccontare la loro versione di una vicenda che sta facendo il giro di tutta la città.

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