Jesolo, il giallo del tabaccaio ucciso: nuove indagini dei carabinieri

Militari in sopralluogo nel locale di via Foscolo dove lavorava Roberto Basso. La famiglia del 64enne ha presentato istanza di dissequestro dell’immobile

Giovanni Cagnassi
I carabinieri durante il sopralluogo
I carabinieri durante il sopralluogo

 

I carabinieri ancora in sopralluogo alla tabaccheria di Roberto Basso, 64enne ucciso nella sua casa di via Antiche Mura lo scorso maggio.

I militari dell’Arma sono ricomparsi davanti all’esercizio in via Foscolo con l’avvocato cui la famiglia di Basso, in particolare la sorella Francesca, si è appoggiata nelle nuove fasi di indagine. Il legale, l’avvocato di Jesolo Victor Rampazzo, era presente ieri mattina al sopralluogo, l’ennesimo nella tabaccheria chiusa da allora e sigillata in via Foscolo, subito dopo piazza Marina.

Hanno effettuato altre ricerche e analisi in loco, probabilmente le ultime in quanto la famiglia ha fatto istanza di dissequestro che dovrebbe essere concesso a breve.

L’immobile non è di proprietà e Basso era in affitto, ma successivamente potrà essere liberato di tutti gli arredi e strutture ancora dentro. Sarebbero state sequestrate anche delle somme di denaro trovate a suo tempo all’interno e tutto è a disposizione degli inquirenti per le indagini mai chiuse. Ma la morte di Basso è ancora avvolta dal mistero e non sono stati resi noti sviluppi in merito all’omicida.

Un rebus anche l’eventuale somma che sarebbe stata rubata prima di ucciderlo. Particolari di cui la famiglia e il legale non sanno nulla. Non è stato trovato neppure l’oggetto, pesante e appuntito, utilizzato per ucciderlo quella notte del 6 maggio quando, tornato dal tabacchino verso la mezzanotte è entrato nella casa isolata di via Antiche Mura ed è stato ammazzato, rinvenuto la mattina seguente dal fratello Andrea.

Ci sono stati altri sopralluoghi nelle settimane scorse anche nell’abitazione, ma finora non sono emersi altri particolari o sospetti sull’omicida. «Abbiamo seguito quest’ultimo sopralluogo», ha confermato l’avvocato Rampazzo, «e presentato istanza di dissequestro dell’immobile in attesa di una risposta. Per il resto, non abbiamo nulla da aggiungere e confidiamo nell’esito delle indagini dei carabinieri che in questi nove mesi non si sono mai fermate».

Ma l’opinione pubblica è fremente. «La gente chiede di sapere», commenta il presidente del comitato lido Ovest, Roberto Dal Cin, titolare dell’enoteca letteraria la Corte dei Baroni poco distante dall’esercizio, «e ha ancora paura. Chi passa davanti alla tabaccheria con i sigilli avverte un brivido nella schiena. Non passa giorno che qualcuno non chieda se ci siano novità su chi ha ucciso Roberto ed è ancora in giro chissà dove, magari qui vicino».

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