Syndial-Eni, 411 milioni per le bonifiche

MARGHERA. Porto Marghera è uno dei più inquinati e il più esteso dei 39 “Siti di interesse nazionale”, ma gran parte dei 1.900 ettari di aree industriali, in gran parte dismesse, stanno ancora aspettando gli interventi di risanamento ambientale che sono la premessa per un qualsiasi effettivo riutilizzo per nuove attività produttive e logistiche. Il primo ad essere in ritardo con il previsto progetto di messa in sicurezza di oltre 40 chilometri di sponde dei canali di Porto Marghera - per evitare il percolamento dei veleni che contaminano ancora le aree e finiscono in laguna - è il ministero dell’Ambiente che deve finanziare (con almeno 250 milioni di euro) il completamento della “Muraglia di marginamento” per la quale sono già stati spesi 780 milioni di euro. Sulle aree dismesse gli unici interventi in atto sono quelli che sta realizzando Syndial, la società dell’Eni che bonifica e mette in sicurezza i 210 ettari di aree industriali dismessi nel Sin di Porto Marghera, ha già completato interventi di bonifica o messa in sicurezza per 250 milioni di euro e ne ha in programma altri 152 milioni di investimenti per gli interventi nelle aree inquinate e la gestione dell’impianti di trattamento delle acque contaminate. Entro la fine di quest’anno Syndial, la società dell’Eni che bonifica e mette in sicurezza le aree industriali dismesse, completerà le demolizioni nell’area degli impianti del Caprolattame e la bonifica delle discariche dell’area Malcontenta C. Syndial è proprietaria di 170 ettari di are nel perimetro del cosiddetto Nuovo Petrolchimico (di cui 70 in nuda proprietà) tra il canale Ovest e il canale Sud e i 40 ettari del Vecchio Petrolchimico che costeggiano via Padana Superiore.
Secondo i dati forniti da Eni, fino al 2016 Syndial ha svolto attività di bonifica e demolizioni per circa 259 milioni di euro e prevede di spendere, nell’arco dei prossimi 15 anni altri 101 milioni per il completamento di tali interventi (suoli, falda e ultimazione demolizioni) e ulteriori 51 milioni per la gestione dell’impianto di trattamento acque, per un totale di 411 milioni.Tra le attività di risanamento ambientale in realizzazione ci sono quelle previste dal Progetto Operativo di Bonifica della falda sotterranea del Vecchio e Nuovo Petrolchimico sottoscritto da tutte le società insediate, che interessa anche i terreni delle aree dismesse denominate: Isola 46, ex AM8, Moranzani B, Malcontenta C ed ex Ausidet che hanno ottenuto i decreti attuativi tra il 2007 e il 2014. In particolare, per la bonifica della falda, Syndial dice di aver e completati tutti gli interventi previsti dal Pob, compreso l’avvio, nel 2009, dell’impianto Taf (Trattamento acque di falda) e nell’aprile 2016, anche dell’ossidatore catalitico degli sfiati, nonché il proseguimento dell’attività di monitoraggio, come previsto dal decreto autorizzativo del ministero dell’Ambiente. Le bonifiche dei suoli con la procedura dello scotico (rimozione dei terreni più contaminati) e di copertura superficiale nel Vecchio e Nuovo Petrolchimico, poi certificati dalle competenti autorità. Syndial, infine, conferma di aver realizzato gli interventi di messa in Sicurezza Permanente (Misp) di tre aree interne allo stabilimento del Nuovo Petrolchimico per le quali è stata ottenuta la certificazione di avvenuto completamento. Nell’area ex Asd che confina con l’ex Montefibre (ceduta all’Autorità Portuale nel 2011) sono terminate tutte le attività di bonifica e di demolizione dei vecchi impianti, e l’area è stata consegnata alla società Venice Newport Container and Logistics. Infine, entro quest’anno Syndial conta di completare la bonifica della discarica dell’area Malcontenta C, ereditata da Montedison, e le demolizione degli impianti Caprolattame (nylon), attivi dal 1961 fino al 2003.
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