Svuotano il conto dell'ex moglie. In due nei guai

Direttore di banca ed ex marito alla sbarra per la sparizione di 370 mila euro. Il vicedirigente della Banca di Credito Cooperativo di Marcon condannato. L'altro patteggia

MARGHERA. Il vice direttore dell’agenzia di Marghera della Banca di Credito cooperativo di Marcon Massimo Senin (51anni, di Vigonza) è stato condannato a due anni di reclusione, mentre l’ex marito della signora che si è vista sottrarre ben 370 mila euro dal suo conto corrente, Massimo Centasso (62 anni, ora residente a Jesolo), ha patteggiato una pena di un anno e dieci mesi dopo aver ampiamente confessato. Ieri, infine, è iniziato il processo davanti al giudice monocratico di Venezia Daniela Defazio nei confronti del direttore di Marghera della Banca di Marcon Dino Artusi (54 anni, di Mestre). Il conto corrente della signora, residente in centro storico, era intestato a lei e al fratello, il marito, dunque, non avrebbe potuto compiere alcuna operazione, invece ha disposto bonifici, ha ritirato ingenti somme ed altro, falsificando la firma della moglie. Tutto da solo, però, non avrebbe di certo potuto compiere almeno un centinaio di operazioni. I funzionari del piccolo istituto di credito avrebbero dovuto accorgersi che il marito stava prosciugando il conto della signora e che lo stava facendolo a sua insaputa, visto che le firme erano sempre fasulle. Il sospetto iniziale del pubblico ministero Giorgio Gava, che ha condotto le indagini, è diventato certezza dopo l’interrogatorio di Centasso. La coppia, all’epoca dei fatti (gli ammanchi dal conto bancario sarebbero iniziati nel 2007 e sono stati scoperti e sono terminati nel 2010) viveva di fatto separata e dopo che la donna ha presentato la querela e che gli inquirenti hanno scoperto chi aveva falsificato le firme, il marito non solo ha confessato, ma ha anche aggiunto che senza la collaborazione di Artusi e Senin non avrebbe di certo potuto impadronirsi dei 370 mila euro. Ha spiegato che la sua ditta, di cui è titolare, stava attraversando una grave crisi finanziaria e che quel denaro l’aveva preso per evitare il fallimento. Stando alle accuse, i due funzionari di banca hanno avuto il loro tornaconto a diventare complici di Centasso e uno di loro, Senin, ha evitato di farsi processare in aula, chiedendo il rito abbreviato in modo da poter usufruire dello sconto di un terzo sulla pena finale per chi fa risparmiare tempo ed energie alla giustizia. L’ex direttore Artusi, invece, difeso dall’avvocato Giuseppe Favaron, ha scelto il processo in aula, così ieri è iniziata la sfilata dei testimoni davanti al giudice: è toccato a quelli dell’accusa, a cominciare dai due coimputati, Centasso e Senin. Tutti sono stati accusati di furto aggravato e falso, i tre avrebbero concorso assieme a commettere i due reati.

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