Svuotano 60 bancomat utilizzando la “forchetta”

Operazione all’alba di polizia postale e carabinieri: i ladri finiscono in manette Bulgaro residente a Marghera e ventenne moldavo incastrati dalle telecamere
Di Mitia Chiarin

MARGHERA. Sono accusati di aver messo a segno almeno 60 colpi, nelle province di Venezia, Treviso e Padova. Utilizzando una tecnica semplice ma efficace, quella della “forchetta”, una barra di ferro, prodotta artigianalmente che viene inserita nella fessura di emissione delle banconote dei Bancomat e serve per “acchiappare” i soldi. In questo modo due uomini, un quarantenne bulgaro residente a Marghera e un ventenne moldavo che ha il domicilio a Vicenza, sono stati arrestati all’alba di ieri in una operazione congiunta della Polizia postale e dell’Arma dei carabinieri. I due potrebbero aver illegalmente guadagnato almeno 30 mila euro utilizzando il “cash trapping”, ovvero il furto di denaro dai Bancomat, dove loro inserivano la barretta di ferro: la “forchetta” bloccava l’erogazione delle banconote lasciando credere ai malcapitati utilizzatori di trovarsi di fronte ad un mal funzionamento della macchina di prelievo automatico di denaro (Atm). I due aspettavano che gli utilizzatori si allontanassero per entrare in azione: arrivavano al Bancomat e recuperavano la forcella, con attaccati i soldi. E visto che di solito il prelievo massimo è di 500 euro per sessanta colpi in giro per il Veneto, i due potrebbero aver intascato qualcosa come 30 mila euro. Ora i furti con il “cash trapping” sono stati fermati dall’azione congiunta di polizia e carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Venezia.

I due responsabili sono stati individuati anche con l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza degli istituti bancari.

La raffica di denunce arrivate nei mesi scorsi sia alla polizia che ai carabinieri, ha dato il via ad una serie di indagini, da quelle della Polizia postale del compartimento di Mestre a quella dei carabinieri di Silea che poi si sono unite in un unico faldone di inchiesta che ha dato il via agli arresti di ieri mattina all’alba. I due uomini sono stati trasferiti in carcere per il reato di furto aggravato in concorso e nei loro confronti sono state emesse delle ordinanze di custodia in carcere che sono state eseguite ieri mattina in una operazione congiunta tra poliziotti e carabinieri. Sequestrati anche telefonini cellulari e tessere Postepay che erano intestate talvolta a prestanome, altre volte ad inconsapevoli amici dei due uomini. Le tessere servivano per fare piccoli prelievi di denaro e introdurre la rudimentale “forchetta” dentro alla fessura di emissione dei soldi dei Bancomat, dando il via al furto, senza che nessuno notasse qualcosa di diverso da una anomalia tecnica dei macchinari.

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