Svolta Tav, allo studio un altro tracciato

Il commissario Mainardi annuncia il piano di fattibilità con il potenziamento della linea ferroviaria esistente

 

«Ci sarà un secondo studio di fattibilità, lo abbiamo deciso l’8 febbraio scorso e riguarderà il quadruplicamento dell’attuale linea ferroviaria. Finito lo studio, che dovrà essere pronto entro giugno, lo confronteremo con quello del progetto in corso». L’annuncio lo ha dato ieri il commissario del progetto Tav, l’architetto Bortolo Mainardi nel primo faccia a faccia con i sindaci dei 14 Comuni interessati al tracciato dell’alta velocità-alta capacità da Venezia a Trieste. Si sono ritrovati nell’auditorium della Provincia di Venezia. Il commissario straordinario, l’assessore regionale Renato Chisso, la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni e i primi cittadini degli altri Comuni veneziani interessati al tracciato. Tredici su 14, ricorda la Zaccariotto, hanno detto no al progetto noto come «basso» o «balneare». Fuori la protesta dei comitati anti-Tav.

Un progetto costosissimo che, ricorda Mainardi, «ha visto evidenziare perplessità e criticità notevoli, oltre ad una superficie agricola consumata pari a 2 milioni e mezzo di metri quadri e ad un costo solo in espropri di 115 milioni di euro».

Ora arriva un tracciato alternativo che era stato chiesto da tutti, Provincia e Comune di Venezia in testa. Affidato sempre ad Italferr, costa 400 mila euro (contro i 14 milioni dello studio del primo progetto che nessuno vuole), coordinamento nelle mani del commissario. Obiettivo: quadruplicare i binari dell’attuale linea ferroviaria da Mestre a Portogruaro, sulla Venezia-Trieste con l’alta capacità per le merci che viaggia sulla vecchia linea dei Bivi e in parallelo l’attuale linea potenziata con l’alta capacità per i passeggeri. Al Marco Polo il collegamento con l’alta velocità sarà garantito dal bivio di Dese, con un raccordo ferroviario già pensato per la Sfmr.

Lla spesa sarà inferiore a quella del progetto «basso», con 8 chilometri di tunnel sotto il parco di San Giuliano e le barene di Campalto che hanno preoccupato il Comune di Venezia e comitati anti Tav, ieri presenti con un sit-in.

Ma, avverte Renato Chisso, i soldi per ora mancano e ci vorranno almeno 5 anni. Prima, quindi, è meglio potenziare altre tratte ferroviarie per le merci, come la Portogruaro-Casarsa. Giorgio Orsoni ricorda a Mainardi che Venezia vuole la Tav fino all’aeroporto: «Tema irrinunciabile se vogliamo guardare al nostro futuro come area metropolitana». Sul tracciato: alto o basso non ci tocca, a noi interessa il passaggio del tunnel sotto il parco di San Giuliano e le barene. Sembrerebbe la soluzione più pratica e semplice, ma ci sono criticità di carattere idraulico e realizzativo, una spesa non indifferente e c’è da discutere del mantenimento della funzione della stazione di Mestre». Poi l’assessore Bergamo aggiunge: «Ben venga la seconda ipotesi, l’avevamo chiesta anche noi».

In serata la reazione stizzita di Enrico Marchi, presidente di Save (aeroporto): <Se è così, allora non si vuol fare più nulla, Mainardi è un dilettante>.

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