Svolta “autoritaria”, attacco a Brugnaro

Ferrazzi e Pellicani criticano: delibera stravolta, voto forzato. E sulla mostra di Berengo Gardin, Crovato fa il mediatore
Di Enrico Tantucci

Brugnaro sotto tiro per la sua svolta «autoritaria» sulla questione Grandi Navi. Da una parte il suo stop alla mostra di Gianni Berengo Gardin a Palazzo Ducale e il suo spostamento a cura del Fai al Negozio Olivetti, con il duro attacco nei suoi confronti da parte del grande fotografo. Dall’altra lo stop imposto in Consiglio comunale al progetto Venis Cruise del terminal crocieristico in bocca di porto di Lido sostenuto da Duferco e Dp Consulting. Trasformando una presa d’atto delle osservazioni dei tecnici in un voto «politico» del Consiglio comunale contro il progetto, con la dissociazione di tutte le opposizioni.

A fare da paciere prova intanto il capogruppo a Ca’ Farsetti della Lista Brugnaro Maurizio Crovato, con una proposta conciliativa: «Rivolgo un invito sia a Gianni Berengo Gardin, che è per me un “guru” della fotografia e un amico - ma che in questo caso ha sbagliato, recando un danno all’immagine della città e al sindaco, facendolo passare per un censore della cultura, che non è - ma anche a Luigi Brugnaro a trovarsi di persona, magari di fronte a un goto de vin in osteria per chiarirsi, e sono certo che si capirebbero subito. Quella mostra era stata concordata con la passata Amministrazione e il sindaco aveva solo chiesto tempo per valutare. Propongo anzi che il sindaco e tutti i consiglieri comunali vadano all’inaugurazione della mostra sulle foto di Grandi Navi di Berengo Gardin, proprio per far capire che non c’era su di essa alcuna volontà censoria».

Duro invece il commento di Nicola Pellicani, che ha presentato in Consiglio comunale una mozione, bocciata, a favore della mostra di Berengo Gardin al Ducale. «Brugnaro non può pensare di organizzare le mostre con il Manuale Cencelli» commenta «c’è la libertà di espressione che dev’essere concessa a un artista come Berengo Gardin. Venezia è una città libera e il sindaco non può pensare di imporre sempre la sua volontà, come ha fatto in Consiglio comunale con il voto “forzato” sul progetto della Duferco e di De Piccoli».

Il terminal crocieristico in bocca di Lido è l’unica soluzione possibile per allontanare le Grandi Navi dal Bacino di San Marco anche per l’architetto Vittorio Gregotti - che l’aveva già progettato a livello preliminare con l’Amministrazione Cacciari - e che è autore di uno dei saggi del catalogo che accompagnerà la mostra di Berengo Gardin. «Sulla mostra di Berengo» commenta «il sindaco Brugnaro, nel migliore dei casi, ha fatto un autogol, visto l’eco internazionale ottenuta. Per non pensare di peggio. Quando al terminal acqueo, nel 2005, presentai un progetto preliminare su sollecitazione del sindaco Cacciari e dell’onorevole De Piccoli, anche in collaborazione con alcune delle società delle Grandi Navi, che fu poi stranamente bloccata dal Governo Prodi. La stazione era concepita per soddisfare il requisito di reversibilità previsto dalla Legge Speciale per Venezia, con una struttura prefabbricata in elementi galleggianti affondati e collegati al sito. Erano anche studiate le connessioni con la città e con l’aeroporto di Venezia, via terra e via mare».

Commenta ancora il capogruppo del Pd a Ca’ Farsetti Andrea Ferrazzi: «Sul progetto Duferco si è scelto di passare alla rissa da bar, scavalcando valutazioni di impatto ambientale, compatibilità economica, sostenibilità sociale. Ovviamente, di fronte a questo stravolgimento della delibera, non abbiamo partecipato al voto».

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