Svendite straordinarie anticamera della chiusura

In galleria Teatro Vecchio le serrande si abbasseranno da Lori, fine corsa pure per l’outlet Donatello, “Non solo Cashmere” e l’attività di tappeti di via Fradeletto
Di Marta Artico
GIORNALISTA: Scattolin AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Mestre DESCRIZIONE: negozi in centro a Mestre - nella foto LORI galleria delle medaglie
GIORNALISTA: Scattolin AGENZIA FOTO: Candussi LUOGO: Mestre DESCRIZIONE: negozi in centro a Mestre - nella foto LORI galleria delle medaglie

Quest’anno non occorre attendere i saldi di gennaio: in città sono tanti i negozi che hanno annunciato la chiusura con svendite straordinarie e chi vuole risparmiare sa già dove andare. Le serrande si abbassano per colpa degli affitti, della crisi e delle abitudini che si modificano. Sta di fatto che le chiusure a Mestre fioccano una dietro l’altra. La geografia del commercio cambia, alcune zone tirano meno di altre, alcune sono in agonia.

In galleria Teatro Vecchio è iniziata l’ennesima “svendita straordinaria” per chiusura punto vendita: il negozio in questione è Lori. Dalle vetrine si avvisano i clienti che d’ora in poi potranno continuare a servirsi nei punti vendita di via Mestrina e via Costa e, a Venezia, nella boutique di Campo San Fantin. Il negozio di galleria Teatro Vecchio, un tempo più grande, aveva già chiuso, per poi riaprire in versione ridotta.La parte terminale della galleria, quella che sbuca in piazza Barche, conta molte attività trasferite.

In calle del Sale, da qualche giorno è chiuso Pane e Miele, ma sembra che il negozio si sia trasferito o sia in procinto di trasferirsi in via Rosa dove gli affitti sono più bassi rispetto al centro. Altra chiusura in arrivo è quella dell’outlet Donatello di piazzale Candiani, punto vendita storico, con una affezionata clientela, legato alle grandi firme e a un abbigliamento ricercato. Un negozio molto grande, di proprietà, che ha deciso di terminare l’attività nonostante non sia in crisi. Tutt’altro. Tanto che alcune clienti affezionate del centro storico, stanno facendo di tutto per convincere la titolare a trasferirsi a Venezia. La prossima settimana il negozio resterà chiuso qualche giorno e da giovedì partirà la svendita straordinaria.

Tra le attività in odore di chiusura, c’è anche una delle poche maglierie rimaste in città “Non solo cashmere” di via Cappuccina. All’interno la commessa spiega che a breve inizierà la svendita e che il negozio dovrebbe chiudere a gennaio. Anche il grande negozio di tappeti di via Fradeletto ha attaccato alle vetrine scritte inequivocabili in cui spiega che dopo 28 anni di attività chiuderà. «C’è poco mercato», spiega il titolare, «i gusti sono cambiati, a un certo punto si arriva a una scelta naturale. Appena esauriamo la merce chiuderemo». Il proprietario si dedicherà a organizzare viaggi in Iran attraverso la “Casa della Cultura Iraniana”: «È uno dei pochi Paesi sicuri rimasti», racconta.

«Questi sono i risultati di vent’anni di politica urbanistica legata al commercio», commenta il direttore di Ascom Confcommercio, Dario Corradi, «che ha visto le amministrazioni previlegiare lo sviluppo di grandi centri commerciali e scelte sulla mobilità che hanno avvantaggiato la grande distribuzione creando limitazioni di accesso al centro, oltre al calo della domanda. La giunta deve aprire un tavolo di emergenza, perché la situazione è davvero difficile da recuperare e va affrontata assieme».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia