Svastiche al cimitero ebraico: due ragazzini gli autori
Uno dei due ha confessato in lacrime, i genitori chiedono scusa alla città e alla comunità ebraica. I giovani saranno puniti e obbligati a studiare l'olocausto. Le scritte subito cancellate dal Comune
Il cimitero ebraico di via Cipro al Lido
LIDO. Sono due ragazzini minorenni i responsabili delle svastiche naziste comparse l'altro ieri di fronte al cimitero ebraico di via Cipro e davanti l'abitazione di una signora ebrea del Lido. Dopo la denuncia fatta ieri dalla «Nuova», è stato lo stesso padre di uno dei due ragazzi a contattare il giornale per spiegare l'accaduto e i provvedimenti che verranno presi per punire i colpevoli dell'assurdo episodio. E' successo che uno dei due giovanissimi, alunni delle scuole medie, ha confessato in lacrime ai genitori.
Una bravata, di quelle oltretutto odiose, andando a rivangare elementi di un nazifascismo che purtroppo, in una città come Venezia, saltuariamente ritornano a galla. «Sono disperato - ha raccontato al telefono il padre di uno dei due responsabili - Mi spiace per quanto è accaduto e chiediamo scusa alla città e alla comunità ebraica veneziana. I bambini saranno severamente puniti, abbiamo già deciso come». In primo luogo i due si vedranno sospeso qualsiasi «benefit» estivo, se così lo vogliamo chiamare. Verranno impegnati in lavori casalinghi e dovranno leggere una dozzina di libri che raccontano l'olocausto, le sofferenze subìte dalla popolazione ebraica durante il secondo conflitto mondiale e quanto è stato fatto da nazisti e fascisti: tra questi «Il diario di Anna Frank», «Se questo è un uomo» e «L'amico ritrovato». Quindi i due ragazzini dovranno fare una relazione di quanto letto e capito. Dopodiché saranno messi a disposizione del Comune qualora ci sia la possibilità di fare lavori socialmente utili.
Intanto, ieri mattina le scritte e le svastiche sono state cancellate. In parte dagli stessi ragazzini, in parte da qualcuno che, utilizzando della cementite, ha voluto eliminare quegli sfregi neri dai muri, in modo che rimangano solo sulla coscienza degli artefici e non negli occhi dei passanti. «Chi fa cose del genere non capisce la gravità di quei gesti» commenta il presidente della Municipalità, Giorgio Vianello. L'assessore e sociologo Gianfranco Bettin osserva: «La reazione delle famiglie è stata esemplare, e vale la pena sottolinearlo. Coerente nella punizione, che è quel che possono fare dei genitori guardando a un aspetto sanzionatorio educativo e riabilitativo. Ma ancor di più, va esaltata la scelta formativa, nel mettere di fronte i ragazzi alla letteratura che testimonia la tragedia perpetrata dal nazifascismo». E ancora: «Da queste cose si vede la qualità di una famiglia a volte, purtroppo, lo stesso scavalcata da percorsi differenti che la aggirano. E' importante che ci sia una rete educativa di cui i genitori sono il cardine. Questo episodio non doveva capitare. I lavori socialmente utili? Se ne può parlare in futuro, ma ritengo che un passo importante potrebbe essere il far collaborare i due ragazzi all'organizzazione della prossima Giornata della Memoria».
Il Comune inizialmente era anche pronto a costituirsi parte civile in un eventuale procedimento. Bettin ne avrebbe parlato in giunta, «ma i colpevoli sono minorenni, e credo che la punizione prevista della famiglia possa essere per loro già un segnale forte». Prima delle parole disperate del papà di uno dei responsabili, eranno giunte dichiarazioni di sdegno da parte di Pietro De Leo, Responsabile dell'Associazione Gioventù e Libertà secondo cui e di Beppe Caccia.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video