Svaligiate due abitazioni a San Donà, c'era l'Audi gialla
SAN DONA'. Furti nelle abitazioni, a San Donà l’ombra dell’Audi gialla che sta terrorizzando tutto il Nordest. I colpi sono stati perpetrati tra via Giotto e via Brusade. A farne le spese anche l’ex consigliere regionale Diego Cancian. I carabinieri seguono una pista investigativa che porta diretta all’auto rubata a Milano. I militari dell’Arma nella compagnia di San Donà sono già al lavoro con gli altri colleghi per le ricerche dell’Audi che è stata segnalata anche in città. Le indagini e le ricerche sono coperte dal massimo riserbo. Un’Audi Rs4 gialla, con targa svizzera del Canton Ticino, rubata all’aeroporto di Milano Malpensa a fine dicembre, il 26 per la previsione, che la scorsa notte si è lanciata in una tremenda e pericolosissima fuga sul Passante contromano. Banditi serbo-albanesi che girano armati e sono ricercati in tutto il Veneto. Gli stessi potrebbero essere arrivati fino alle rive del Piave, puntando su obiettivi precisi, appostandosi per essere certi che in casa non ci fosse nessuno.
Una settimana fa era stata notata proprio un’Audi gialla nella zona di via Giotto. E la scorsa sera, giovedì, è stata colpita prima l’abitazione dell’ex consigliere regionale Diego Cancian, oltre che la casa di una nota commercialista di San Donà in via Brusade. Si tratta di banditi che hanno seminato il terrore, armati, provenienti forse dai Balcani. Tra via Giotto e via Brusade hanno raccolto un bel bottino nella serata di giovedì, tra le 19 e le 20. Hanno atteso che nelle rispettive abitazioni non ci fosse nessuno.
Poi sono entrati scassinando porte e finestre, approfittando del fatto che non fosse collegato il sistema di allarme o la videosorveglianza. Nella casa dell’ex consigliere regionale del Pne, partito del Nord Est, hanno staccato la cassaforte dal muro, rubato oro e gioielli, soldi in contanti per circa 15 mila euro. Hanno rubato persino le medaglie del padre Armando Cancian per i trascorsi calcistici nella squadra di San Donà.
Più o meno lo stesso bottino trafugato nell’altra abitazione, anche vestiti e borse firmati. Sembra che i ladri abbiano tentato di colpire in una terza abitazione della zona, ma forse hanno desistito perché disturbati da qualcuno.
Diego Cancian si sfoga: «Se li avessi qui davanti gli taglierei le dita. Per quelle medaglie che hanno rubato, ricordo di mio padre, li cercherò finchè li trovo, fosse l’ultima cosa che farò nella vita. Adesso credo proprio che anche io mi farò il porto d’armi. Non abbiamo scelta per difenderci da queste persone spietate, se non armarci. Carabinieri e polizia lavorano e abbiamo massima fiducia, ma ci vogliono leggi molto più severe per fermare questa gente. Scriverò anche ai nostri parlamentari a Roma per questo, anche perché loro stessi possono essere prima o poi bersaglio e vittime di questi ladri spietati».
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