Superiori, ecco le scuole migliori a Venezia e provincia

VENEZIA. Le medie migliori spettano al Miranese, anche per quest’annata, e mentre Mestre, Venezia e San Donà si giocano gli altri scalini del podio, le scuole private continuano a restituire risultati deludenti: la nuova edizione di “Eduscopio”, studio della Fondazione Giovanni Agnelli che passa al setaccio gli istituti superiori d’Italia, nella provincia lagunare conferma in gran parte i dati già raccolti nel 2015, riservando comunque qualche sorpresa.
La ricerca si sviluppa prendendo in considerazione i conseguimenti degli studenti sul lungo termine, analizzando gli esiti degli esami e la quantità di crediti formativi guadagnati in ambito universitario, e vorrebbe così valutare come l’offerta formativa dei singoli istituti superiori possa effettivamente preparare ad affrontare le sfide che seguono.
Il portale online della Fondazione, che permette anche di distinguere tra i vari utenti in fase di consultazione (siano genitori, alunni o persino docenti), scandaglia un’area di 30 chilometri e stila per la zona una classifica delle migliori alternative.
Ecco quindi che, nel Veneziano, il primo liceo ad indirizzo classico risulta essere il Franchetti di Mestre, seguito dal Majorana-Corner di Mirano e dal Marco Polo di Venezia, quindi il Montale di San Donà e il Foscarini, di nuovo in laguna; guardando ai licei scientifici, invece, spicca in prima posizione il Galilei di San Donà, rincorso ancora dal Majorana-Corner del Miranese, dal Morin e dal Bruno di Mestre. Per le Scienze umane la migliore scelta in provincia sembra essere il Galilei di Dolo, cui seguono il Veronese di Chioggia e lo Stefanini di Mestre; il Majorana-Corner è pure sullo scalino più alto del podio dei licei linguistici, mentre scorrendo la classifica si possono trovare anche lo Stefanini di Mestre e il Benedetti-Tommaseo di Venezia.

Passando agli indirizzi tecnici, nel settore economico domina la 8 marzo-Lorenz, di Mirano, seguita dall’Algarotti di Venezia e dall’Alberti di San Donà, mentre nel settore tecnico primeggiano, in ordine, lo Zuccante di Mestre, il Levi e, ancora, l’8 marzo di Mirano.
«È una bella soddisfazione vedere come l’Algarotti (ma anche il Sarpi) abbia saputo rimanere nelle posizioni più alte della classifica», commenta la preside Concetta Franco. «Sicuramente ci ha aiutato anche la grande attenzione che, in questi anni, viene riservata alle facoltà che rappresentano il naturale proseguimento dei nostri percorsi di studio, come quelle che si interessano di marketing ed economia, ma anche i corsi dedicati alle relazioni internazionali. Proprio a Venezia, in questo senso, Ca’ Foscari rappresenta un’eccellenza con cui dialoghiamo da anni, proprio per garantire un passaggio favorevole ai nostri studenti». Sull’orientamento in uscita si è concentrato anche il dirigente scolastico del Bruno e del Franchetti, Roberto Gaudio: «Nel primo anno di università un ragazzo su cinque cambia facoltà o abbandona del tutto la formazione accademica», ricorda il preside, «Noi lavoriamo molto perché, già dal terzo anno di superiori, sia chiaro agli alunni qual è la loro vocazione, la loro passione e dove ricade il loro interesse, proprio al fine di ridurre quella percentuale negativa. Bisogna comunque stare attenti nel valutare queste ricerche: hanno senso in un ottica di analisi qualitativa, ma ridurre le scuole a numeri in una classifica sarebbe un errore».
Anche al liceo classico Marco Polo, secondo la preside Annavaleria Guzzon, viene profuso un grande impegno per far sì che gli studenti abbiano le idee chiare su cosa fare dopo la maturità: «Da sempre concediamo agli iscritti un paio di assenze automaticamente giustificate per permettere loro di andare a visitare le università in autonomia, e nei nostri programmi di orientamento non trascuriamo neppure le facoltà più lontane, siano a Milano e Roma come all’estero. In particolare, poi, già da molti anni abbiamo programmi specifici extrascolastici: ad esempio organizziamo corsi di carattere universitario già durante l’anno, che non solo permettono ai ragazzi di scoprire un approccio diverso alla didattica, monografico, meno mnemonico e più critico, ma che può anche permettere loro di guadagnare in anticipo una manciata di crediti, visto che al termine devono affrontare un vero e proprio esame che avrà valore sul loro libretto».
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