Super consulenze ai Musei Civici, Brugnaro vuole vederci chiaro
VENEZIA. Il doppio volto della Fondazione Musei Civici. Da una parte, negli ultimi anni - con la direzione scientifica di Gabriella Belli - un lavoro importante sul restauro e il riallestimento di musei come quello del Costume di Palazzo Mocenigo, del Museo Vetrario di Murano, di Ca’ Pesaro, dello stesso Correr - ancora in corso - e stagioni espositive di nuovo significative per una città internazionale come Venezia.
Dall’altro, però, problemi organizzativi a amministrativi crescenti, acuiti anche dalle dimissioni senza preavviso del presidente Walter Hartsarich poche settimane fa - lasciando il lavoro a metà - e una gestione sempre più difficile. Anche l’esplosione del caso-consulenze - circa centomila euro di spesa nei primi sei mesi dell’anno per pareri legali e fiscali, nonostante la presenza anche di un ufficio legale della Fondazione - che ora sta richiamando anche l’attenzione del sindaco Luigi Brugnaro (vicepresidente di diritto dell’istituzione) nasce in questo clima.
Tutto è in mano, di fatto, al segretario organizzativo Mattia Agnetti, che ha anche la delega per il bilancio e che ha anche chiesto l’aiuto del Comune - con una convenzione appena siglata - per la stipula di appalti di lavori e servizi ora direttamente nelle mani di Ca’ Farsetti perché la Fondazione, da sola, non riesce a farcela. Ma i problemi di una gestione non impeccabile del bilancio dell’istituzione - che pure anche quest’anno dovrebbe riuscire a chiudere in pareggio - stanno venendo a galla.
Priva di un presidente - Hartsarich non è stato ancora rimpiazzato - i Musei Civici attendono ora l’arrivo di un manager per la parte amministrativa che guardi in profondità la situazione dei conti, partendo da situazioni sorprendenti, come una “montagna” di ben 20 milioni di spese fisse rimaste in questi anni intoccabili, senza ombra di “spending review”. Il direttore Belli - che al Mart di Rovereto, che dirigeva in precedenza, aveva anche la responsabilità del bilancio - su questo terreno è stata di fatto tagliata fuori. E la Fondazione si porta dietro fardelli pesanti come gli 800 mila euro di sponsorizzazioni dall’Eni improvvidamente iscritti a bilancio nel 2011 - quando l’accordo con la società petrolifera non era stato ancora chiuso - ma mai arrivati, aprendo così un “buco” virtuale nei conti dell’istituzione faticosamente colmato.
Ma le anomalie nella gestione della Fondazione Musei Civici sono molte. Perché spendere 30 mila euro di consulenze esterne, nei primi sei mesi dell’anno, per la comunicazione quando è già attivo un ufficio comunicazione con sei dipendenti. E perché lo stesso ufficio comunicazione invece di dipendere, come sarebbe logico, dalla direzione scientifica che organizza mostre e attività, fa capo invece alla segreteria organizzativa? Molte, troppe stranezze, che stanno spingendo ora anche il Comune a guardare più in profondità nei conti della Fondazione Musei, senza penalizzarne i programmi.
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