Suor Lucia ne compie 108, le Domenicane in festa

VENEZIA. Quando è nata, la Grande guerra non era ancora nei pensieri degli uomini. Il Novecento era appena iniziato, le automobili erano appena state inventate. Pasqua Vettor, al secolo suor Lucia, ha compiuto ieri 108 anni. Quasi un record, solo per pochi giorni non è la «suora più vecchia del mondo». «Anche stavolta mi ha fregato una consorella per poco!», sorride.
La consorella è Candida Bellotti da Lucca, stesso anno di nascita (il 1907), due mesi più anziana. Suor Lucia è dunque «la seconda suora più vecchia del mondo». Un record che la diverte. Un mese fa una crisi polmonare e cardiaca aveva rischiato di portarsela via. «Non abbiamo chiamato l’ambulanza, abbiamo aspettato la nostra dottoressa. Poi abbiamo pregato. E suor Lucia si è ripresa», racconta con un sorriso la superiora delle Suore Domenicane infermiere, suor Maddalena. Eccola, di nuovo in forma e sorridente, suor Lucia. In braccio un grande mazzo di rose bianche che le hanno portato i suoi nipoti. Quasi novantenni, sono venuti in laguna a trovarla e a festeggiarla.
Una vita dedicata alla fede e al servizio per gli altri, i malati e gli infermi. Nata a Monastier, suora a Torino negli ospedali, poi a Venezia dal 1953. Fino a pochi anni fa girava ancora per le case a fare le punture agli anziani e agli ammalati. Il giardino in fiore delle suore Domenicane a Santi Apostoli è il saluto per la 108esima primavera di suor Pasqua. Nata il venerdì Santo di quel 1907, due giorni prima del giorno della Resurrezione.

Adesso le consorelle più giovani la festeggiano. L’infaticabile suor Lucia, sua omonima, suora Matelda, suor Elena. Le suore lavorano tutto il giorno, accudiscono anche una quindicina di anziani. Lavorano al giardino e all’orto, pregano, ricevono i poveri che chiedono un pezzo di pane o un piatto di minestra. «Il segreto di questa lunga vita? La cura e l’amore da cui suor Lucia è circondata», dice la superiora, «ma il merito se così si può dire, è del Padre Eterno». Per i 108 anni di suor Lucia sono arrivati messaggi di auguri dal patriarca e da molti sacerdoti della Diocesi, testimonianze di affetto dei parrocchiani.
Suor Lucia è lucida e arguta, sorride alla vista del fotografo. Prega molto e mangia leggero, ma la sera non rinuncia alla “chinetta”. Fino a poco tempo fa era del tutto autosufficiente, correva con passo svelto per i corridoi, curava il giardino. Famosa per le sue battute. «Sono venuti a trovarmi tutti i parenti. Credevano di trovarmi morta, invece sono ancora qua!». E giù una risata contagiosa. Buon umore e clima amorevole che forse davvero l’hanno aiutata, con la preghiera, a raggiungere un’età da record. «La crisi dei primi di marzo è stata superata, suor Lucia si sta riprendendo», dice la madre Superiora, «forse è un miracolo. Ma lei è ancora con noi».
Adesso si preparerà insieme alle consorelle a celebrare la Pasqua. Nella sua vita ne ha viste 108. Un’età invidiabile. E soprattutto raggiunta in condizioni di lucidità. Nella sua lunga vita, suor Lucia ha superato prove molto dure. Le guerre, la povertà, la fame. Sempre a contatto della sofferenza degli ammalati. «Questo mi ha dato una grande forza», ripete, «adesso aspetto che il Signore mi chiami».
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