Sull’Unione dei Comuni vigili pronti allo sciopero
MIRANO. Vigili del Miranese ancora sul piede di guerra. In strada le pattuglie lavorano a regime, i controlli sono aumentati, ma il morale degli operatori è sotto i tacchi. Dito puntato contro l’Unione dei comuni, il nuovo ente per il quale lavorano da un anno e mezzo: «Che», dicono, «è solo sulla carta». Ieri le rappresentanze sindacali unitarie degli agenti di polizia locale, con i delegati della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil, Csa e Diccap, hanno ribadito lo stato di agitazione che interessa da oltre un anno il corpo dei vigili, unificato ma ancora senza una struttura definitiva e, soprattutto, una sede. Ora chiedono un incontro urgente con i sindaci e agitano lo spettro di uno sciopero.
«Oggi il servizio si svolge grazie alla buona volontà del personale», spiegano le Rsu. «Le tre sedi provvisorie di Spinea, Mirano e S. Maria di Sala sono inadeguate: solo a Spinea, in una sede per 15 agenti, ci lavoriamo in 30. Alcuni di noi sono stati trasferiti tre volte in sei mesi da un ex comando all’altro, mancano i computer e perfino la possibilità di collegarsi con i comuni per le visure tributarie o catastali: lavoriamo nel 2016 come i vigili degli anni Settanta».
L’organico poi non aiuta: con i suoi 130 mila abitanti l’Unione dei comuni dovrebbe avvalersi, sulla carta, di 130 agenti. Oggi il comando unico ne vede in servizio 50, amministrativi compresi. Manca la formazione su aspetti fondamentali come la recente legge sull’omicidio stradale.
Eloquente la vicenda dell’armamento: «A chi l’aveva è stato ritirato», spiega Sergio Berti, delegato Csa, «solo perché erano meno di quelli che non l’avevano, senza affrontare la questione della sicurezza che certi compiti affidati alle pattuglie oggi richiederebbe». Mario Ragno, Uil-Fpl: «Villa Belvedere non è idonea come sede, non ci si può nemmeno piazzare l’antenna radio». Ma gli agenti lamentano anche disparità di trattamento clamorose: i turni festivi, ad esempio, sono pagati diversamente a seconda che siano effettuati a S. Maria di Sala, Mirano o Spinea e anche i buoni pasto hanno un importo diverso a seconda delle sedi in cui si opera. «In compenso parlano di introdurre il terzo turno serale: ma con quali agenti? Ne servirebbero almeno altri trenta».
«La responsabilità di questa situazione è politica», spiega Antonio Battistuzzo, Cgil-Fp, «le Unioni sono il futuro, ma vanno fatte in un certo modo. Così è solo demagogia». Massimo Grella, Cisl-Fp: «C’è la polizia locale ma manca la struttura. Serve un ufficio del personale che garantisca normalità ed efficacia gestionale».
Filippo De Gaspari
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia