«Sull’incidente mortale devono dirmi la verità»

Il 2 maggio 2014 morì Marco Rizzetto, 24 anni. Nuovi elementi dalle indagini La fidanzata del giovane: perché i soccorsi sono stati chiamati in ritardo?

PORTOGRUARO. Tra pochi giorni, sabato 2 maggio, sarà un anno dall’incidente in cui è morto Marco Rizzetto, 24 anni. La vicenda del giovane di Portovecchio, nonostante si sia celebrato un processo, non è ancora chiarita del tutto. Va alla carica, stavolta, la fidanzata, Giulia Innocente, 26enne di Gruaro e compagna di lavoro di Marco. «Io e i familiari», dice Giulia Innocente, «pretendiamo la verità da parte di tutte le persone coinvolte in questa disgrazia. Perché, dopo l'incidente, non è stato dato subito l'allarme? Perché uno dei coinvolti anziché chiamare il 118 se n'è andato via? Perché anziché richiedere un'ambulanza, l'altra persona coinvolta ha chiamato il suo medico di base? Il nostro Marco si poteva salvare?».

L'incidente avvenne la sera del 2 maggio all'East Gate Park, al confine tra Fossalta e Portogruaro. Marco viaggiava su una Fiesta, sull'altra vettura incidentata, una Passat, con a bordo la guidatrice Rosanna Tabino, 44 anni, e il passeggero, D.C., 55 anni. Si è svolto il processo a carico della donna, che ha patteggiato 21 mesi per omicidio colposo. Dalle indagini dei carabinieri si evincono poi alcuni fatti “nuovi”. La Tabino, e questo aspetto è risaputo, si mise a correre poiché «terrorizzata e preoccupata di essere inseguita da un altro veicolo». Ma il mistero inizia dopo l'incidente. Per i carabinieri, i cui rapporti sono finiti al pm del Tribunale di Pordenone Monica Carraturo, il sinistro mortale è avvenuto il 2 maggio tra le 21.45 e le 22.15. Il passeggero, D.C., non ha raggiunto a piedi la sua abitazione a Ronchis, ma si è fatto trasportare a casa. Lo dimostra una telefonata fatta al suo meccanico di fiducia (il nome è a disposizione degli inquirenti) alle 23.04. A verbale il medico di base di Tabino ha spiegato che alle 22.14 del 2 maggio ha ricevuto una chiamata dalla sua assistita. Dai tabulati però emerge una telefonata della Tabino soltanto alle 23.15 a suo figlio. Da quale telefono aveva chiamato la dottoressa? Per i carabinieri «si ritiene fortemente probabile che sia stata addirittura la stessa Tabino a insistere» con l’altro passeggero, «ad allontanarsi controvoglia. Lo dimostrerebbe il fatto che quest'ultimo non solo girovaga per la zona per 90 minuti ma telefona per la prima volta al meccanico non prima di 45 minuti dal sinistro». I carabinieri riservano il loro ultimo capoverso al comportamento del medico della Tabino, precipitatasi sul luogo: la dottoressa afferma di aver «seguito il protocollo medico», cioè di aver gridato a gran voce verso la Fiesta senza avvicinarsi troppo e di non aver ottenuto risposta. Quindi ha avvisato il 118.

Rosario Padovano

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