Sull’epigrafe la foto delle sue amate mucche

Vicino alla sua foto in epigrafe, la famiglia ha voluto anche la foto di alcune delle sue mucche. Sì, proprio mucche, le stesse che Luigi Perissinotto, scomparso a 85 anni, aveva allevato per decenni nella sua tenuta in via Jutificio a Mussetta, frazione di San Donà. Un allevamento conosciuto in tutto il Veneto. Ieri sono stati celebrati i funerali di Perissinotto nella chiesa parrocchiale della frazione, con i tre fratelli, i nipoti e gli amici e parenti a lui tanto legati. Luigi era un allevatore vecchio stampo, figlio lui stesso di allevatori. Per una vita aveva fatto questo lavoro con passione e amore sinceri. Così, nei giorni, scorsi, la sua epigrafe affissa nel centro cittadino aveva destato tanta curiosità. Il mistero di quella foto è stato svelato dai nipoti: «Nostro zio», spiegano, «era tanto attaccato al suo lavoro e alle sue mucche. Ne aveva allevate a migliaia nella sua vita, come prima aveva fatto suo papà. Le amava tanto, le rispettava e faceva vivere loro la vita migliore possibile nell’allevamento. Per questo abbiamo pensato in suo onore e nel ricordo della sua professione di affiggere anche una foto delle mucche dell’allevamento». In un periodo in cui la carne viene sempre più bandita dai menù vegetariani o vegani, appare strano parlare di allevamenti, macellazioni e anche di infinito amore per gli animali. Perissinotto allevava soprattutto mucche da carne, la famosa Fassona. «Il momento più difficile», ricordano i nipoti, «era la macellazione, anche perché spesso si affezionava ai suoi animali e doveva dire loro addio. Ma ha sempre scelto i mangimi migliori, le ha sempre curate con rispetto per gli animali e per il suo lavoro».(g.ca.)
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