Sull’elettrodotto aereo primo stop dal Ministero

I sindaci della Riviera sono andati a Roma chiedendo l’interramento delle linee Il governo dà il via libera a un tavolo di trattative. Ma Terna tiene duro
DOLO. Il Ministero dell’Ambiente apre un tavolo di trattativa per discutere le proposte che arrivano dalla Riviera, sulla questione dell’elettrodotto aereo Fusina – Camin. Terna dal canto suo però, pur non sottraendosi al dialogo, ripropone il suo progetto, quello di un tracciato aereo, a parte il tratto iniziale di Fusina– Marghera, interrato, anche perché incluso nell’accordo legato al Vallone Moranzani.


Ieri a Roma ad incontrare Barbara Degani, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, c’era un nutrito gruppo, composto dai sindaci Marco Dori di Mira, Alberto Polo di Dolo, Caterina Cacciavillani di Stra e Andrea Danieletto di Vigonovo, oltre al vicesindaco di Saonara, Elisabetta Maso e all’assessore Augusta Sasso di Fossò.


I Comuni hanno chiesto un incontro con la commissione nazionale Valutazione impatto ambientale (Via), mentre sul piano politico la richiesta è stata quella di attivare al più presto un tavolo di confronto tra enti locali e parlamentari veneti, dove un posto significativo dovrà essere occupato dalla Regione.


Ad illustrare le osservazioni al progetto di Terna, i consulenti dei Comuni, l’ingegner Giovanni Campeol e l’architetto Ariano Mantuano, che hanno motivato la proposta di interrare tutta la linea. Una proposta quella dei sindaci sostenuta dai Comitati, che finora hanno raccolto 1500 firme contro l’elettrodotto aereo, che saranno girate dall’avvocato Matteo Cerruti incaricato dagli enti locali, al Ministero.


Altri comitati come Opzione Zero invece, stanno organizzando oltre a ricorsi al tribunale amministrativo, anche forme di boicottaggio di Terna (e di Enel), fino ad arrivare ad un vero e proprio sciopero della bolletta elettrica.


Sulla questione interviene anche Terna: «Siamo per la sostenibilità e il dialogo, disponibili ad ascoltare tutti coloro che sono interessati a conoscere il progetto della razionalizzazione della rete Venezia-Padova. L’opera è necessaria a migliorare l’esercizio in sicurezza della rete elettrica del Veneto, che ha un deficit energetico del 44, 9% e importa quindi dalle altre regioni quasi la metà di quello che consuma».


Verranno infatti realizzati 22,2 km di nuove linee, cui corrisponderà la dismissione di oltre 70 km di linee esistenti. Sostanzialmente per ogni km di nuova linea elettrica realizzata, saranno demoliti 3 km di vecchio elettrodotto.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia