«Sull’adozione ai gay accontentati gli omofobi»
«Il peggio del peggio si è verificato», «Si è negata una realtà che già esiste». È enorme la delusione tra chi sperava che la “stepchild adoption” non venisse stralciata e non si arrivasse all’accordo sul maxi-emendamento. «È un grande passo indietro», ha detto Camilla Seibezzi, in prima linea per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali, «soprattutto perché non se ne riparlerà più per chissà quanto. Un Governo che sacrifica i diritti dei bambini è solo un Governo di cui vergognarsi. Un Governo che accontenta solo gli omofobi. Tutte le sigle hanno detto che era improponibile il decreto posto in questo modo. Renzi farà una legge solo per Renzi, per difendersi dalla Corte Europea che sta sanzionando l’Italia, ma sicuramente non sarà una legge per i diritti degli omosessuali. A questo punto sarebbe meglio che saltasse».
«Meglio che non passi», ha detto la studiosa Caterina Peroni del Collettivo Fuxia Block. «Renzi ha lanciato una proposta, buttando la carota a una società pronta, pur sapendo che non sarebbe passata. Che la Cirinnà si areni sulle adozioni è grave perché restituisce un’arretratezza della classe dirigente che la realtà sta superando. Ci sono già queste famiglie e negarle dimostra l’essere ciechi e anche crudeli perché è come dire non possiamo negarvi di formare questo tipo di unioni, ma non vi riconosciamo. Un atteggiamento che definirei fascista».
Il Collettivo Stone Wall di Venezia che aveva organizzato lo #Svegliaitalia concorda nel dire che in questo modo la legge non ha senso.
Per Anna Brondino del Nuovo Centrodestra la famiglia è data da un maschio e una femmina: «Sono contenta», ha detto la Brondino, «perché c’è un riconoscimento dell’affettività degli omosessuali e su questo eravamo indietro, ma sono d’accordo nell’aver stralciato la stepchild adoption perché bisogna ritornare con calma sugli affidi e sulle adozioni, non è possibile che ci vogliano così tanti anni. Inoltre quando parlo di adozioni intendo in una famiglia con una mamma e un papà perché un figlio non è un diritto, ma un dono».
«Sono soddisfatto», ha detto Sebastiano Costalonga, ex consigliere di Fratelli d’Italia, «perché il Governo stava mischiando diritto degli omosessuali con adozioni di bambini, quando sono due cose distinte. In quel modo si incentivavano pratiche come il fare figli all’estero per poi tornare in Italia e chiedere che venissero riconosciuti. Lo Stato dovrebbe aiutare le famiglie normali, quelle con un papà e una mamma, che hanno molte più difficoltà delle altre dato che chi non è sposato riceve assegni di aiuto».
Un passo indietro per chi vede l’Italia dall’estero e ha sposato tantissimi omosessuali: «È stata un’occasione mancata», ha commentato il veneziano Lazzaro Pietragnoli, capogruppo Labour a Camden, a Londra. «Penso che la stepchild adoption fosse un riconoscimento di una realtà che già esiste. In Inghilterra nel 2004 era stata introdotta dai Labour con l’appoggio dei conservatori e nel 2013 i conservatori hanno introdotto la legge per il matrimonio tra omosessuali. Purtroppo penso che con questo tipo di strategia si impedirà di riparlarne per i prossimi venti anni, dicendo che si è già fatto tanto».
Vera Mantengoli
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